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Dichiarazioni

Zaccheroni: “Gli sarò sempre grato”

Anche Zaccheroni ricorda Silvio Berlusconi

Alberto Zaccheroni, l’uomo dello scudetto del 1999, ha qualcosa da dire su Silvio Berlusconi. E lo fa con un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport:

Ci ha lasciati Silvio Berlusconi. Il Milan è stata una tappa importante della sua carriera.

Sì, certo. Mi dispiace molto. È stato un grande presidente, tra i più grandi dell’era moderna. Per il Milan ha fatto tantissimo. Quando lo ha avuto io era anche capo del governo. Ho sempre nutrito grande rispetto per lui”

Ha guidato il Diavolo per tre stagioni, alla prima ha vinto lo scudetto. Il più inaspettato?

Non so, io ci credevo. È vero che il Milan arrivava da due anni negativi e i giocatori erano avanti con gli anni, ma aveva tanta qualità. Gli Albertini, i Maldini e i Costacurta, mi dissero: lei ci dimostri che avremo dei vantaggi con il suo gioco e noi la seguiremo. Beh, ci hanno creduto fin dall’inizio e si son trascinati dietro anche gli altri. Uomini veri”

E poi c’era Bierhoff, una sua creatura dai tempi di Udine…

Ha segnato tanto, grande intelligenza tattica. Ho sfruttato le sue caratteristiche, ho nascosto i difetti ed evidenziato i pregi. Penso di esserci riuscito, visto che i migliori anni li ha fatti con me”

Il primo incontro con Berlusconi?

Stavo chiudendo la stagione a Udine. Adriano Galliani mi chiese di andare ad Arcore, lui fu molto gentile e disponibile. Ci siamo accordati in 20 secondi. Quello che gli ho chiesto mi ha dato. Non capita sempre, anzi. Al Milan sono stato divinamente bene. Buoni giocatori, un dirigente come Galliani sempre positivo con cui confrontarsi. Vedendo quello che c’era in giro era come stare in Paradiso. Sono grato a Berlusconi”

Eppure non è stato proprio un rapporto idilliaco. Ogni tanto la punzecchiava, vero?

Credo più alle parole dirette che a quelle scritte sui giornali, magari dette per fare una battuta. Io so che a Palazzo Marino, al ricevimento per lo scudetto, lui parlò molto bene prima di Galliani e poi di me. Disse che ci aveva sempre creduto in questo staff e nella vittoria. Dunque non penso di esser stato malvisto, solo a un certo punto non la vedevamo allo stesso modo sul gioco e sulla gestione della squadra. Ma d’altronde io proponevo qualcosa che non c’era nelle altre. Nessuno giocava come me, con tre difensori e tre attaccanti (il 3-4-3, ndr). E con le novità è difficile incontrare il giudizio di tutti. Nel momento in cui non arrivavano i risultati poi ci sta essere criticati. Ma a parte l’ultimo giorno, quello del licenziamento, Berlusconi non mi aveva mai imposto nulla. Ho sempre agito come mi andava di fare”

Cosa le disse quel marzo del 2001?

Fu un discorso franco: mi disse che mi sostituiva e mi spiegò il motivo: non condivideva il sistema di gioco”

In quegli anni si è visto o sentito spesso con lui?

No. Ad Arcore sono andato solo il giorno dell’ingaggio. Lo vedevo coi giocatori negli spogliatoi, perché veniva spesso prima della partita a salutare. Mi telefonava una volta al mese, forse due. D’altronde in quel periodo come premier era davvero molto impegnato. Il rinnovo lo feci direttamente con Galliani. E in generale era lui il mio referente”

Quando lo ha visto l’ultima volta?

In occasione dei suoi 20 anni da presidente del Milan. Io ero in Giappone (dove da c.t. ha vinto la coppa d’Asia, ndr). Invitò me con Capello, Sacchi e Ancelotti. Un segno di grande rispetto. Poi volevo salutarlo l’anno scorso a San Siro, quando sono andato a vedere la sfida con l’Atalanta, ma non c’era. Adesso mi spiace ancor di più non averlo trovato”

LEGGI ANCHE: Donadoni: “Il mio ricordo di Berlusconi…”

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