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Milan, a volte ritornano e sono Allegri

Inizia l’Allegri bis dopo dieci anni, ripartire per tornare grandi

E’ tornato, è tornata la filosofia del corto muso: Massimiliano Allegri dopo dieci anni si accomoda nuovamente sulla panchina del Milan. Dal quel 4-3 di Sassuolo con poker di Berardi, che costò l’esonero del tecnico rossonero, sembra trascorso un secolo. Il Milan non è più di Silvio Berlusconi, è di Red Bird Capital, di un fondo di Gerry Cardinale. Tutto è cambiato ma ancora una volta il diavolo si ritrova punto e da capo. Anni fa assisteva al dominio della Juventus, ora vede l’Inter arrivare in finale di Champions e il Napoli di Conte vincere lo scudetto. La società, reduce da un’annata disastrosa, ha individuato nel ds Tare l’uomo da cui ripartire per costruire un nuovo inizio e Tare ha visto in Allegri il tecnico ideale per portare il diavolo a lottare per lo scudetto.

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UN VINCENTE In effetti il curriculum del livornese fa invidia a molti. Ha vinto scudetti, Supercoppe, Coppe Italia, ha portato la Juventus due volte in finale di Champions League. Di esperienza ne ha da vendere, infatti il popolo rossonero sembra accogliere favorevolmente il suo ritorno in rossonero. Pragmatico, non pratica un calcio spumeggiante ma i risultati sono dalla sua. Che si vinca 1-0 con un solo tiro in porta, o 4-0 poco cambia, perchè alla fine contano solo i tre punti. Senza contare che a un Milan che negli ultimi due anni ha dimostrato dei limiti difensivi non indifferenti, uno come Allegri fa molto comodo. La sua ultima Juve, con tutti i limiti del caso, sapeva difendere, sapeva conservare un gol di vantaggio.

Massimiliano Allegri in panchina con il Milan, foto CC BY-SA 2.0
Foto di goatling via Wikimedia Commons – Licenza CC BY-SA 2.0

GESTORE O COSTRUTTORE Il suo ciclo al Milan lo ha visto vincere uno scudetto, una Supercoppa Italiana. Poi un secondo posto contro la Juventus dell’astro nascente Conte, un terzo posto nell’anno in cui le vecchie glorie salutarono il Milan per arrivare all’esonero nel gennaio 2014 dopo la nefasta sfida contro il Sassuolo. Ora prende in mano una squadra arrivata nona in classifica, forte sulla carta ma debole a livello societario. E’ un gestore, resta da vedere se riuscirà a ricostruire il Milan. Conte è innegabile è il re indiscusso da questo punto di vista: ha fatto vincere lo scudetto a una squadra arrivata decima l’anno scorso. In passato ha portato la Juventus a iniziare un ciclo vincente, risollevandola dopo due settimi posti consecutivi.

MOTIVAZIONI Allegri ha vinto, ma lo ha fatto quando aveva a disposizione una rosa composta solo da fuoriclasse e campioni. Questo Milan, seppur più forte rispetto a quello che ha lasciato 10 anni fa, non è la squadra più attrezzata per vincere il tricolore. Ma non è nemmeno una squadra da nono posto. Tradotto: questa è una rosa che deve quanto meno qualificarsi per la prossima Champions League. Questa la missione che il tecnico livornese dovrà categoricamente portare a termine. Di corto muso? L’importante è vincere anche solo con il muso davanti. Il campo darà le riposte, intanto non resta altro che augurare buon lavoro al nuovo allenatore del Milan.

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