Oggi, 12 giugno 2023, è un giorno di immensa tristezza per l’Italia ed il mondo del calcio. Silvio Berlusconi muore all’età di 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano a causa di complicazioni dovute alla leucemia di cui da tempo soffriva. Imprenditore, politico e presidente del Milan, sono questi i cardini della vita pubblica di Silvio Berlusconi. Un uomo rivoluzionario e illuminato, che ha sconvolto in positivo ognuno dei settori in cui si è addentrato, grazie al suo intuito e alla sua mente visionaria sempre introiettata al progresso e all’evoluzione.
Gli esordi con il Milan: l’inizio della rinascita rossonera
I tifosi milanisti sanno bene cosa voglia dire essere guidati da una figura vincente come quella di Silvio Berlusconi. Quest’ultimo, infatti, si presenta come loro salvatore acquisendo la proprietà del club in uno dei momenti più bui della sua storia. Il Milan si trova sulla soglia del fallimento societario dovuto all’amministrazione poco fortunata del presidente Giuseppe Farina. È il 20 febbraio 1986 quando l’imprenditore milanese, non ancora così conosciuto e famoso come oggi, ripagò gli ingenti debiti causati dalla precedente proprietà. In questo momento storico viene posto il primo tassello di quella che sarà la presidenza più longeva e vincente della storia del Milan, fino ad oggi. Il Neopresidente inizia affiancandosi di persone fidate e competenti come Adriano Galliani, nel ruolo di Amministratore Delegato, e Ariedo Braida come Direttore Generale, per la ricostruzione della società.
La sua presentazione pubblica al tifoso milanista avviene in modo totalmente memorabile: giunse insieme alla squadra all’Arena di Milano, in elicottero e con la “Cavalcata delle Valchirie” di Wagner in sottofondo, proprio a voler sottolineare l’ambizione e lo spettacolo che da quel momento in poi sarebbe stato il pane quotidiano di un Milan che avrebbe fatto la storia del calcio, guadagnando un prestigio ineguagliabile. Sono innumerevoli i campioni che grazie a lui hanno vestito la maglia rossonera. Non c’era nome altisonante che potesse risultare irraggiungibile.
I primi trofei e i volti noti del Milan targato Berlusconi
Il percorso del Diavolo verso il Paradiso si può sezionare in tre macro-periodi, corrispondenti
ai tre allenatori più vincenti della storia rossonera. Si inizia con Arrigo Sacchi e il trio olandese delle meraviglie: Rijkaard, Gullit e Van Basten, accompagnati da calciatori del calibro di Tassotti, Baresi, Maldini, Ancelotti e Donadoni; si passa poi al Milan di Fabio Capello detto ‘degli invincibili’, il quale vinse uno scudetto senza perdere mai una partita; infine, Carlo Ancelotti, in questo caso nella veste di allenatore, con Nesta, Seedorf, Pirlo, Gattuso, Kakà e Shevchenko, per citarne alcuni, riporta la Champions in quella che allora era la sede del Milan, via Turati.
L’ultimo trofeo del Milan berlusconiano è la Supercoppa italiana del 2017. Seduto in panchina c’è Vincenzo Montella che a Doha batte la Juventus ai rigori. Questi però corrispondono anche agli ultimi mesi di presidenza. Dopo diversi anni non all’altezza del blasone rossonero, Berlusconi il 13 aprile del 2018 decide di cederne la totalità delle quote, compiendo indubbiamente un gradissimo sacrificio emotivo.
Una vita piena di vittorie e riconoscimenti: grazie Presidente!
È così che in 31 anni di presidenza Berlusconi, il Milan conquista ben 29 trofei, nazionali ed
internazionali. Contiamo: 5 Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 1 Coppa del Mondo per
Club, 2 Coppe Intercontinentali, 8 Scudetti, 1 Coppa Italia e 7 Supercoppe Italiane.
Silvio Berlusconi è stato il miglior presidente che un tifoso avesse mai potuto desiderare,
probabilmente perché egli stesso condivideva con loro l’immenso amore per questi colori. Ha
riempito la bacheca e il cuore di milioni di rossoneri sparsi per il mondo, grazie alla sua
incredibile capacità di trasformare in realtà i loro sogni più grandi.
