No del tribunale di New York alla richiesta di accesso agli atti
Cessione Milan, spuntano altre novità. RedBird ed Elliott sono passate al contrattacco e hanno messo a segno un gol importante nella causa con Blue Skye dei manager Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo. Che, secondo Tuttosport, avevano chiesto ai tribunali di Milano, New York e del Lussemburgo di poter accedere agli atti della compravendita del Milan messa in atto dai due fondi. Secondo Blue Skye, infatti, ci sarebbero state delle irregolarità durante il passaggio del 99,93% delle quote del Milan da Elliott a RedBird, affermando di essere stati danneggiati da questa contrattazione in quanto Blue Skye era partner di minoranza di Elliott e riteneva di aver ricevuto meno soldi di quanto gli spettasse.
Ma ieri è arrivata dagli Stati Uniti la doccia gelata per Cerchione e D’Avanzo, visto che è fallito il loro tentativo di disclosure su una vasta gamma di documenti relativi alla cessione del Milan da Elliott al fondo di Gerry Cardinale per 1.2 miliardi di euro. Di fatto, dopo la pronuncia del tribunale newyorkese che aveva in carico la causa, RedBird non sarà tenuto a produrre alcun documento. Quanto a Elliott, rispetto all’universo dei documenti richiesti da Blue Skye, dovrà limitarsi a fornire quelli di due dipendenti di New York.
Un successo importante, considerando che negli Usa il regime 1782 è storicamente molto generoso nell’accogliere le richieste di chi chiede di avere accesso a documentazioni riservate. In totale sono otto le cause che Blue Skye ha intentato contro Elliott e RedBird per cercare di ottenere un valore economico maggiore rispetto a quello percepito per il suo 4,27% della holding Project RedBlack.
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