Dichiarazioni
Verso Milan-Juventus, Sacchi: «Leao? Con me non giocherebbe»
Le parole dell’ex tecnico rossonero
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Sacchi ha detto la sua su Milan-Juventus, in programma domani sera a San Siro. Ecco le sue parole:
Mister, che partita sarà domenica? Chi è più forte?«Il Milan, molto nella partita dipenderà dal Milan. Se è un collettivo, deve giocare da collettivo: in quel caso metterà in difficoltà la Juventus, perché sappiamo già che la Juventus non riuscirà a giocare da collettivo. Difenderà con 10-11 giocatori e farà ripartenze, bene come sa».
Nello specifico, che significa? «Ci sono delle regole. In fase difensiva, una squadra che resta in 25-30 metri fa molta meno fatica. Quando il Milan ha la palla, dovrebbe fare meno lanci possibile per non allungarsi e…».
Mister, un attimo. Pioli ha spiegato che usa i lanci per cercare i giocatori offensivi, quando gli avversari li lasciano in parità numerica. È così sbagliato? «Pioli è uscito dal tatticismo del suo passato, ora per me ha un dovere: non confondere i giocatori. Continui a dare un gioco, a cercare il palleggio corto».
Perché è così importante? «La Juventus aspetta un tuo errore per ripartire e vuole sfruttare angoli e punizioni: è una squadra concreta come quelle di Allegri. Se il Milan fa come lei e gioca sulle individualità, può perdere. Non dimentichiamo che la Juve ha speso più di tutti per gli acquisti, ha una squadra forte. Poi saranno importanti le marcature preventive… e avere un giocatore-frangiflutti che eviti di subire 7-8 contropiede come contro l’Inter».
Sospendiamo per un attimo il discorso e parliamo di singoli. Chi le piace nel Milan? «Mi piace molto Reijnders, è molto bravo, è completo, legge la partita, si muove molto. Il Milan quest’anno ha buoni giocatori: anche Loftus-Cheek, finché è stato disponibile, è stato poderoso, ha forza».
Pulisic le piace? «Pulisic non si muove male. Se è intelligente come dicono, perfetto. Il calcio sarà sempre più un gioco collettivo di intelligenza».
E Leao? «Con me non giocherebbe».
Scusi, Sacchi,nel senso che per una o due partite lo lascerebbe in panchina?
«Sì, io prima di prendere un giocatore guardavo molto la persona. E se non nasci con un certo temperamento, è difficile acquisirlo. Leao avrebbe tanto, tantissimo, e credo sia assolutamente un bravo ragazzo. Nel calcio però si gioca in undici, tutti devono correre e avere una posizione sul campo. Da noi correvano tutti. Una volta mi chiamò Allodi: “Arrigo, vedo che fai correre Virdis. Allora sei bravo bravo bravo”».
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