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Theo Hernandez vs Dumfries: si ripete la sfida tra i terzini

Il rossonero pronto ad ottenere la rivincita insieme ai suoi compagni di squadra

Theo Hernandez che entra duro su Dumfries e mezza Inter che protesta con l’arbitro per un cartellino mancato. Ordinaria amministrazione, quando sul fianco del derby si incrociano l’olandese e il francese: fisicità, velocità e poi nervi, sempre tesissimi. I tifosi guardano e trattengono il fiato a ogni contrasto, perché le partite durano 90 minuti ma un Dumfries contro Hernandez rischia sempre di finire prima. Questa sera, rende noto la Gazzetta dello Sport, si ripeterà la sfida tra i due terzini. L’esisto sarà analogo all’andata oppure il rossonero riuscirà ad ottenere la rivincita? Stasera si saprà.

Theo Hernandez
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Equilibri All’andata l’interista ha avuto vita facile e si è impossessato della fascia senza incontrare resistenza. Troppo leggero e disordinato Saelemaekers per impensierirlo, pure peggio Hernandez: mai un’accelerata o una sterzata per aggirare l’ostacolo col 2 sulla schiena. Merito anche della solidità del Dumfries di oggi: Inzaghi lo ha rilanciato per necessità — il trasloco di Darmian in difesa ha liberato una casella sulla fascia — e l’olandese ha risposto alla grande. La sua parabola è diventata una linea retta in ascesa. La variabile che può sovvertire gli equilibri stasera ha un nome e un cognome: Rafa Leao. Con lui è un altro Milan ma anche un altro Theo, un po’ terzino, un po’ mezzala, un po’ regista: in una parola, spiazzante. Come un Milan che ribalta l’Inter e sale su un aereo per Istanbul.

Leao alla CR7? Perché Pioli ci crede contro la bilancia del pronostico? Perché ha già vinto uno scudetto contro vento e perché recupera Leao che ha fatto fuori il Napoli quasi da solo. L’ultimo derby vinto dal Milan l’ha marchiato lui con una doppietta. A trasformare un 2-0 di Champions in un 3-0 al ritorno (Juve-Atletico Madrid) è stato un altro portoghese: CR7. Una volta sola nella storia della Champions una semifinalista sconfitta con 2 o più gol di scarto, è passata al ritorno: il Liverpool. Da 0-3 a 4-0: 2 di quei 4 gol li ha segnati Origi. Segnali, come la parata di Maignan su Dzeko che ha evitato il 3-0 all’andata e ricorda il polpaccione di Abbiati che ha respinto Kallon nel 2003. Il Milan conta sulla storia e sul torneo amico. L’Inter serena, senza problemi di formazione, punta sul vento che ha nelle vele, ma sa che se sbaglia atteggiamento, il derby diventa un mare in tempesta. È un attimo. Il Milan ha la forza disperata dei naufraghi. 

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