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Dichiarazioni

Tassotti: «Theo come Maldini? Non tralasciamo un aspetto…»

Intervistato ai microfoni della “Gazzetta dello Sport“, Mauro Tassotti si sofferma sul nuovo ruolo da difensore centrale di Theo Hernandez. La scelta di spostare il francese in mezzo alla difesa nasce dalle numerose defezioni (Kalulu, Tomori, Thiaw) e dalla mancanza di alternative (anch’esse infortunate). Di seguito, le parole di Tassotti:

«Gli darei un buon voto, senz’altro, anche se aspetterei test più impegnativi per promuoverlo definitivamente. Di sicuro devo ammettere che vederlo in quella posizione mi ha sorpreso: non ci avrei pensato. Il Milan di oggi difende in maniera diversa: più che di reparto, si lavora sugli uno contro uno. E questo è un aspetto che aiuta Hernandez, che è fortissimo fisicamente e molto veloce. Domenica arriva Lukaku, sarà un buon test, vedremo»

Theo Hernandez ha bisogno di stimoli? «È una chiave di lettura interessante. A volte, la conoscenza che un calciatore ha di sé è più profonda di quella che ha chi lo allena e lo segue tutti i giorni. Non conosco personalmente Theo, ma ricordo che anche Maldini gli stava molto vicino per stimolarlo: forse questa svolta gli serviva. Ma non dobbiamo tralasciare un aspetto. La mossa è nata come soluzione di emergenza e si sta rivelando una bella intuizione, però continuo a pensare che la forza di Theo stia nel modo in cui interpreta il ruolo di esterno. Toglierlo definitivamente da quella zona significherebbe perdere più non poco a livello offensivo, a meno che non esplodano i giovani… E sarebbe una grande notizia per il Milan»

Sul paragone con Maldini: «Theo è giovane, nel pieno della carriera, va sfruttata la sua potenza: quando riesce a liberarla capovolge l’azione in un attimo. Paolo si è spostato più avanti negli anni. E la sua capacità di leggere le situazioni era eccellente, in qualunque posizione. Giocò da centrale la finale di Champions del ‘94 a 26 anni (stessa età di Hernandez oggi)? Baresi e Costacurta squalificati, per Capello non fu facile decidere. Ricordo che aveva provato praticamente tutti. Nell’ultimo test, contro la Fiorentina, schierò Desailly: giocammo male e perdemmo, Marcel a quei tempi il centrale non lo voleva fare perché faticava nelle letture, aveva bisogno di un riferimento. E così la scelta cadde su Paolo: sappiamo poi come è andata. Ecco, mi piacerebbe vedere Theo – spiega Tassotti – di fronte ad attaccanti di livello europeo. Penso a Lautaro, Thuram, Vlahovic, gente che ti porta a difendere nei 16 metri»

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Tassotti
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