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Dichiarazioni

Scaroni: «Bilancio positivo. Sogno un grande nome per l’attacco»

In occasione della Assemblea degli Azionisti del Club, Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti. Di seguito, le sue affermazioni:

«L’assemblea è andata molto bene, è durata 45 minuti. Il bilancio consolidato è stato approvato e prevede un utile di 6 milioni; essendo al 30 giugno, è a monte di tutta la campagna acquisti. Il fatturato è di oltre 400 milioni, ha generato 78 milioni di cassa con investimenti per 79 milioni: tutta la cassa generate è stata investita. È stato un anno buono. Ha giocato un ruolo importantissimo la Champions League e la performance in Champions League: dei 400 milioni di ricavi, la Champions League ne ha portati più di 100. Questo lo dico per far capire quanto sia importante essere in Champions e far bene in Champions: ecco perché dico che a me interessa essere in Champions; con essa nutriamo i nostri fan nel mondo e le nostre performance sportive»

Sul nuovo stadio: «Ho visto con piacere che Sala si sta muovendo per rimuovere il preannuncio di vincolo. Io devo dire la verità: con un certo rammarico vedo queste nuove mosse del sindaco, perché se l’amministrazione comunale 4 anni fa avesse sposato il progetto facendolo suo, avremmo già costruito lo stadio. Non posso dimenticare il non far proprio il progetto stadio a Milano da parte dell’amministrazione comunale, anche perché c’era chi lo pagava con i due club pronti a finanziarlo. Ora il sindaco arranca per dipanare la matassa della sovrintendenza; finché il vincolo sta in piedi, l’ipotesi San Siro non esiste. Noi come Milan andiamo avanti su San Donato: stiamo studiando tutte le ipotesi di finanziamento con risorse proprie e dei finanziamenti. Ci stiamo lavorando. Fino a quando – continua Scaroni – non ci sarà l’approvazione della variante non ci sarà bisogno di spese ulteriori oltre i 40 milioni delle spese pre-progettuali»

Sul rinnovo di Leao: «L’operazione è stata gestita con grande perizia da Giorgio Furlani: senza la sua capacità negoziale e di capire l’intrigo legale sarebbe stato difficile portarla a termine. In buona sostanza c’è un rinnovo di cinque anni con Leao, poi per la meccanica della negoziazione servirebbe Furlani»

Sull’assenza dei piccoli azionisti: «RedBird possiede il 99,97% del Milan, il resto delle azioni sono lo 0,3% con centinaia di azionisti, alcuni dei quali si sono associati in APA. Quest’ultimi rappresentano lo 0,02% con un investimento complessivo di 23mila euro. Il Milan dialoga con gli azionisti all’assemblea dei soci. APA non è una associazione di azionisti, ma di tifosi; quindi noi nei limiti che ci vengono dati dalla FIGC dialoghiamo con i tifosi, mischiare – afferma Scaroni – le due cose ci rende la vita complicata»

Sui rinnovi di Maignan e Theo Hernandez: «Noi non commentiamo le operazioni di mercato dei nostri giocatori, ma noi abbiamo un filo rosso che seguiamo: le operazioni devono essere sostenibili economicamente. Noi, nell’ambito si sostenibilità economica, vogliamo avere giocatori forti, con contratti a lungo termine. Quando approcciamo i rinnovi, li guardiamo da questa angolatura»

Con questi numeri, c’è la possibilità di prendere un grande nome per l’attacco? «Io me lo auguro. Poi i risultati economici sono influenzati moltissimo dai risultati sportivi: se il Milan farà bene in Champions, se entrerà in Champions l’anno prossimo e lotterà per lo Scudetto… sarà tutto più sostenibile. Con entrate del genere ci potremmo permettere di guardare al mercato dell’anno prossimo in modo diverso. Risultati economici e risultati sportivi vanno sempre insieme. Mi auguro che ciò continuo e diventi sempre migliore di quello che abbiamo vissuto»

Sul ritorno di Ibrahimovic: «La domanda andrebbe fatta a lui più che a noi. Noi abbiamo mostrato, da Cardinale a Furlani, una grande disponibilità e un grande piacere. Bisogna che Ibra decida cosa vuol fare da grande: da noi c’è una porta aperta. Lui sta vivendo un momento di riflessione: deve prendere una scelta sia professionale che geografica, perché deve decidere con la sua famiglia. Di fatto – afferma Scaroni -aspettiamo lui»

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