Dichiarazioni
Pedullà: «Le parole di Furlani non sono da dirigente. Su Leao…»
Intervenuto ai microfoni di “Sportitalia“, Alfredo Pedullà si concentra sul Milan, analizzando le parole di Giorgio Furlani. In occasione della conferenza stampa di presentazione di Tammy Abraham, l’amministratore delegato rossonero ha risposto ad alcune domande sull’episodio del cooling break di Theo Hernandez e Rafael Leao. Le parole di Furlani non sono piaciute al noto giornalista ed esperto di mercato, che ha affermato: «Siccome stimo molto Furlani, mi sarei aspettato oggi una presa di posizione da dirigente. Il dirigente non può dire che è stato un non evento, il dirigente di qualsiasi categoria non può dire che due suoi calciatori più rappresentativi – ma anche se lo fossero stati meno – a 30, 40, 20, 18 metri da una riunione di famiglia importante all’interno di una partita, è un non evento.
E allora purtroppo devo dire che Furlani non ha capito il senso di questa situazione, perché se lui dice che è un non evento, parla non da dirigente. Se lui queste cose le ha chiarite in privato e vuole mettere della polvere sotto il tappeto, è padronissimo di farlo; ma se me lo racconta come un non evento, una cosa che si vede neanche al torneo dei bar, lui deve dire che è stata una cosa grave e che comunque ne ha parlato con i diretti interessati, ma non vuole esporsi pubblicamente. Ma non mi può vendere questa cosa come insignificante e gonfiata dai media e amplificata da quei pettegoloni dei giornalisti che vogliono fare soltanto casino. In una società normale queste cose non si vedono in campo».
Pedullà, poi, cambia argomento e si concentra su Rafael Leao e la sua presenza sui social: «E dovrebbero fermare Leao sui social, è uno special guest, è diventato un leader: risponde anche a quello che vende la mortadella sotto casa. Se lo insulta e gli dice che non sta giocando bene, gli fa un post con la mortadella. Se gli parla un opinionista, gli fa un post; se gli parla un altro, gli fa un post col saluto particolare; se lo fermano alla fermata del tram e gli dicono che può fare di più, ferma l’Atac. Lui non può fare queste cose».