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Origi, il belga ancora una volta assente non giustificato
Il belga non convince: altra prestazione insufficiente
Arrivato l’estate scorsa a parametro zero dopo gli anni vissuti al Liverpool sotto la guida di Klopp, Divock Origi, ha deluso ampiamente le aspettative. Il belga non è mai riuscito a mettere in difficoltà Pioli su chi scegliere tra lui e Giroud e, quando chiamato in causa, è sempre parso un corpo estraneo alla manovra rossonera. Solamente due i gol siglati in questa stagione, peraltro, ininfluenti nel derby contro il Monza e nella sfida contro il Sassuolo. Una delusione per chi ci aveva puntato al fantacalcio e per il Milan che difficilmente ci punterà la prossima stagione.
Il Milan si incammina verso un derby che non potrà sbagliare. Glielo ricordano anche gli ultras a fine partita. È l’ultima scena. Ok l’empatia, ok la mistica del «noi vogliamo undici leoni», bravi i tifosi rossoneri a sostenere sempre, dite quello che volete, ma vedere la squadra al completo sotto la curva, Pioli compreso, che ascolta a testa bassa un tipo che arringa non è da Milan, non riflette la gloriosa storia del club. La maglia è sacra, non si lancia per tener buono il branco. Paolo Maldini ci sarebbe andato là sotto? Meglio ammirare l’Amerigo Vespucci che s’intravvede da uno spicchio dello stadio, veliero dignitoso e solenne, con i suoi alberi maestri che non si piegano mai. Origi rimarrà al Milan in tutto questo? Difficile, anzi difficilissimo.
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