La riflessione del primo cittadino di San Donato
A San Donato, il Milan sta giocando la partita più importante del suo futuro. Come ribadito dalla Gazzetta dello Sport, lo stadio è la priorità assoluta per Gerry Cardinale e RedBird, il cuore del progetto Milan futuro, e questo si è capito. Quello che può essere meno chiaro è lo sviluppo dei prossimi mesi. La palla ora, per dirla semplice, è nelle mani del Comune di San Donato. L’amministrazione di San Donato ha convocato per l’8 novembre un summit tra sindaci, per avviare una discussione sul tema.
Il passo del Milan sarà ora quella di raggiungere con il Comune di San Donato e tutte le istituzioni interessate un accordo di programma per cambiare l’attuale Piano di Intervento Integrato (P.I.I.), che con l’ingresso del club dovrà prevedere lo stadio da 70 mila posti. La scelta dell’area è stata agevolata dalla sua visibilità e dallo snodo infrastrutturale.
Squeri ha confermato che nel progetto c’è un’arena-auditorium per la musica da 3.000 posti ma la frase più significativa è un commento alle parole di Cardinale:
«Loro sono molto più ottimisti di noi. Noi abbiamo il dovere di essere più calmi e studiare bene il progetto perché ci sono degli aspetti che vanno approfonditi, soprattutto in tema di viabilità».
Squeri ha fatto due previsioni: ha detto che, a sensazione, una delle due squadre (l’Inter?) potrebbe rimanere a Milano e ha concluso che sì, ci sono buone possibilità che il Milan si trasferisca a San Donato. Dipenderà anche da lui. Importante il potenziamento della sicurezza non solo per mantenere l’ordine in concomitanza con le partite, ma anche per contrastare gli attuali fenomeni di spaccio e micro-criminalità che insistono in particolare lungo l’asse ferroviario Milano-Lodi.
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