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Milan a San Donato, lettera del Comitato ‘No Stadio’ indirizzata a Eni: il contenuto!
Il progetto stadio, se mai realizzato, toglierebbe posti auto, renderebbe difficile il ritorno a casa dei dipendenti e sarebbe fonte di insicurezza e grosse difficoltà
La prima missiva è partita ufficialmente oggi ed è indirizzata a ENI Spa, simbolo da 60 anni della crescita della città e fonte primaria di posti di lavoro, formazione e sviluppo; seguiranno poi da parte del Comitato NO STADIO a San Donato Milanese messaggi analoghi a tutte le più importanti realtà imprenditoriali del territorio. L’intento è molto chiaro: informare e collaborare con chi ha responsabilità manageriali e con i rappresentanti dei lavoratori per scongiurare l’arrivo dello stadio di AC Milan in città, fonte sicura di gravi problematiche in termini di sicurezza, viabilità, accesso ed utilizzo dei parcheggi aziendali.
Il documento di analisi prodotto dagli uffici comunali a seguito del deposito della richiesta di variante urbanistica per la realizzazione dello stadio nell’area San Francesco aveva già permesso a tutti nelle settimane scorse di farsi una chiara idea delle forti criticità legate al progetto depositato da SportLifeCity Srl per conto di AC Milan. Ora il comitato ribadisce dette preoccupazioni, focalizzandosi sulle conseguenze che sarebbero costretti a subire tutti i lavoratori di Eni e delle altre grandi aziende presenti in città, tra cui il fatto che “… migliaia e migliaia di vetture che non troveranno stalli in loco saranno parcheggiate come accade oggi a San Siro, non rispettando il codice della strada, ovunque sia comodo per gli utenti.
Si tenga conto che San Donato Milanese è una città di poco più di 30 mila abitanti. L’afflusso di 70.000 (o più) persone determinerà con tutta evidenza la paralisi del sistema viabilistico e trasportistico del Sud Milano”. “Siamo preoccupate di cosa ne sarà di San Donato anche guardando il tutto nell’ottica di un’azienda come Eni, da sempre attenta alle esigenze dei propri dipendenti e all’avanguardia in termini di welfare aziendale e gestione dei tempi e degli spostamenti casa-lavoro” – affermano all’unisono Annalisa Molgora e Iris Balestri, due delle referenti del Comitato NO STADIO a San Donato Milanese – “Confidiamo pertanto che i vertici di Eni, una volta coinvolti anche i sindacati, si facciano carico di rappresentare e tutelare in modo forte e autorevole le istanze delle migliaia di lavoratori e maestranze che ogni giorno si recano al lavoro presso gli uffici Eni e/o che hanno deciso di stabilire la propria residenza nella città di San Donato Milanese.”
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Per tutelare la salute, la sicurezza e la tranquillità di lavoratori e lavoratrici, il comitato suggerisce quindi dei passi concreti che potrebbe compiere al proprio interno il mondo aziendale Eni: una valutazione dal punto di vista della sicurezza dei dipendenti durante le partite e i grandi eventi infrasettimanali: una valutazione delle interferenze di mobilità che subiranno i dipendenti, con allungamento dei tempi di percorrenza casa-lavoro, stress, disagi e ulteriori difficoltà; una valutazione relativa ai rischi per la salute e la sicurezza in itinere dei lavoratori; una valutazione relativa ai disagi associati all’enorme cantiere che, irrimediabilmente, peggiorerà la situazione pressi degli edifici aziendali per diversi anni:
“Qualcuno ha provato a dipingere il comitato come un gruppo di persone contro il progresso e che non tengono conto di un bene fondamentale quale è il lavoro in città” – concludono Annalisa Molgora e Iris Balestri – “In realtà, è proprio il contrario. Noi vogliamo difendere e aumentare le occasioni di lavoro; non vogliamo che le nostre aziende siano costrette ad andarsene: condizioni difficili da sopportare da parte di chi lavora a San Donato potrebbero causare nuove fughe aziendali verso altri territori, più accoglienti e con condizioni e servizi più efficienti. Tutto ciò è da scongiurare.”