Notizie
Maignan si racconta: “La mattina mi sveglio e penso a…”
Mike Maignan, portiere del Milan, protagonista di una lunga ed interessante intervista
LE PAROLE DI MAIGNAN – Il portiere del Milan è stato protagonista di un’intervista di “ESN TALK”: un programma ideato e realizzato dall’agenzia Excellence Sport Nation. Mike Maignan ha parlato della sua infanzia, del metodo di lavoro e di molto altro ancora. Ecco le sue dichiarazioni: “Ho iniziato a calciare il pallone a 6 o 7 anni. Inizialmente volevo diventare un attaccante, un giocatore di movimento insomma. Poi ho finito per fare un po’ il portiere, ma ho fatto entrambe le cose perché non volevo più giocare. Nel frattempo ho completato la maggior parte della mia formazione scolastica. Quando avevo circa 12/13 anni, c’era Clairefontaine. Gli esami si fanno lì. E io non volevo proprio fare il portiere. Sai, per me è noioso, è noioso. Guardi gli altri giocare, non ti diverti e ti fa rabbia. Poi sono andato al Clairefontaine con un allenatore che mi ha detto: ‘Se arrivi all’ultimo turno, rimani in porta’. Sono arrivato all’ultimo turno, quindi alla fine sono dovuto rimanere in porta e poi c’era il PSG che mi seguiva. Quindi la fase giovanile è andata così“.
Infanzia? “Per me la scuola è stata un disastro. Sai, ci picchiavano per strada, picchiati lì fuori. Con tutto quello che stava accadendo. Ho avuto un buon percorso formativo. Ho iniziato la prima media che è stata una vera lotta. Il primo anno commissione disciplinare. È stato un incubo. Il secondo anno ho rischiato la commissione disciplinare. Vedi, ricevevo solo ammonimenti e rimproveri. Mia madre veniva a scuola e andava su tutte le furie. Venivo sempre espulso per rissa. Lascia perdere, era una palla al piede. Il terzo anno, invece, diciamo che è stato allora che sono cambiato. Perché in quel periodo, il PSG mi stava addosso. Ci sono stati i miei primi due trimestri e ho fatto una fesseria da non credere. Mi convocarono al Camp des Loges e non l’ho mai dimenticato. Davanti a mia madre, presero la mia pagella, mi guardarono e mi dissero: ‘Ma tu sei un delinquente’. Davanti a mia madre. È stato un vero shock. Mia madre in lacrime, non stava bene. Cominciò a farsi domande: ‘Che cosa ho generato?’. Ma il problema per me era che venivo educato a casa, ma fuori era una sofferenza. E dal momento in cui il PSG mi ha messo sotto pressione dicendomi che non mi avrebbero preso se non avessi avuto una pagella decente. Mi sono visto rifiutare molte cose a causa della scuola. Un sacco di club, non li cito nemmeno. E ho avuto un terzo trimestre pazzesco, non mi era mai successo in tutta la mia vita. L’estate successiva ho firmato il contratto a Parigi. Da quel momento in poi sono rimasto in un buon posto fino alla seconda superiore“.
Quali caratteristiche deve avere un portiere? “Devi avere personalità, devi essere creativo, devi avere una mente. La mente“.
Maignan ha poi parlato della sua mentalità: “Vogliamo essere i numero uno. Questo è l’obiettivo. Essere il miglior portiere del mondo per un anno è facile, ma nell’arco di diversi anni no. Ecco perché bisogna lavorarci mentalmente. Lavorare, essere motivati, non arrendersi mai. Non importa quanti milioni guadagni, non importa cos’hai, la fama… Devi continuare a lavorare. Per me questo è solo l’inizio. Oggi lavoro tre volte tanto. E qui, sto entrando nei dettagli. Ho già capito quasi tutte le cose fondamentali. Cerco di mantenere queste nozioni di base e di lavorare su di essere nel dettaglio“.
LEGGI ANCHE – De Ketelaere all’Atalanta, un’affare che conviene anche al Milan