Dichiarazioni
Loftus-Cheek: «Qui per vincere, ho anche un sogno nel cassetto…»
Le parole del numero 8 rossonero
Loftus-Cheek ha preso parte alla prima puntata di Gameplay, nuovo format di Milan TV nel quale i giocatori del Milan raccontano ed analizzano le loro skills. Ecco le sue parole sulla sua avventura in rossonero:
Qual è la tua caratteristica più importante? «Direi la mia fisicità. Sono robusto, veloce, rapido e potente e quando riesco a sfruttare posso incidere maggiormente nel corso della partita»
Hai giocatori in molto ruoli nella tua carriera: qual è stato il tuo primo ruolo? «Centrocampo, numero 8, box-to-box, però in carriera ho giocato in difesa, in attacco ed anche sulla all’occorrenza»
Ti piacerebbe giocare in porta come Giroud un giorno? «Forse, vediamo se un giorno potrò fare anche questo (ride ndr). Come ruolo però mi manca questo ed il terzino»
Le differenze fra la partita contro il Torino e la Roma dopo averne analizzati i dati: «Avevo compiti diversi fra Torino e Roma. Contro il toro ho giocato da 8, sulla destra, in un centrocampo a tre. Contro i giallorossi invece ho giocato più al centro dietro l’attaccante . Sono ruoli diversi tatticamente e dalle immagini si può vedere come la maggior parte dei tocchi sia stato sul lato destro del campo contro il Torino mentre contro la Roma tendevo a variare da sinistra a destra»
Sei orgoglioso di essere un giocatore così determinante in ogni parte del campo? «Si penso che questo sia il contributo che posso dare, soprattutto a centrocampo. Bisogna sia saper attaccare che difendere. Mi trovo bene ovunque sul campo quindi dove posso essere più efficace cerco di trovare quella posizione in campo»
Quanto per te è importante vincere duelli individuali in Serie A? «Non solo in Serie A ma in qualsiasi campionato o partita. Soprattutto a centrocampo vuoi vincere. Ogni volta che si presentano questi duelli cerco di vincerne il più possibile anche perché credo che questo incida sul vincere o meno la partita»
Come ci si sente ad essere perfetti? «Sono lontano dall’essere perfetto (ride ndr). Sulle trequarti la precisione conta tanto e alcune molto è molto difficile fare il passaggio giusto e la scelta giusta, ma anche eseguirlo, e dipende da dove ti trovi esattamente sul campo in quel momento. Devi decidere se effettuare un passaggio rischioso o un passaggio sicuro, ed è importante prendere la decisione giusta per creare un’opportunità. A volte puoi anche non avere il 100% di precisione di passaggi, ma se puoi raggiungerlo tanto meglio»
Ti piace provare passaggi rischiosi? «Credo sia uno dei punti su cui voglio migliorare. Solitamente preferisco correre palla al piede nella trequarti e provare il dribbling, però credo di poter cercare più passaggi chiave»
Cosa fai per lavorare sui tuoi punti deboli? «Siamo costantemente al lavoro sul campo di allenamento e oggi tutta la tecnologia a disposizione possiamo rivedere le immagini delle partite, e discuterne col mister per analizzarne per lavorare su quello che c’è da lavorare e migliorare. Ma ovviamente è importante anche stare sul campo e lavorare tanto per migliorarsi»
Il tuo primo assist in rossonero è stato a Pulisic in Milan-Torino. Hai visto Christian con la tua visione periferica? «In quel momento non l’avev ovieti ma direi che in questa azione si nota la bravura anche di Oli (Giroud ndr). È così generoso con i suoi movimenti e si vede quando corre verso il primo palo mentre io mettevo la palla in una zona pericolosa e Christian è stato bravissimo ad essere arrivato lì dopo che lui stesso mi ha passato la palla al limite dell’area»
Sulla coesione con Pulisic: «Dopo aver giocato per così tanto tempo con Chris si quello che fa, dove preferisce ricevere la palla. Abbiamo una buona intensa, soprattutto nella prima parte del campionato quando giocavamo entrambi sulla destra»
Sfruttare gli spazi fa parte del tuo ruolo? «Decisamente. Adoro giocare con Oli perché è un grande giocatore con cui lavorare. È perfetto per giocare di sponda e correre negli spazi quando viene incontro ed è compito mio trovare quegli spazi con inserimenti alle spalle della difesa per sfruttare lo spazio che si è liberato»
Contro il Cagliari, Loftus-Cheek,ti sei chiamato due volte la palla prima di tirare. Già sapevi quello che volevi fare? Ti piace tirare da fuori area? «Nella mia testa avevi già deciso di tirare in occasione di Cagliari. Quando stavo avanzando sul campo ho chiamato il passaggio sperando che Chris se ne accorgesse così da stoppare e tirare perché avevo lo spazio per farlo. Mi piace tirare da fuori area. Ho avuto un infortunio che non mi ha permesso di tirare da fuori area per un po’ perché mi dava parecchio dolore alla caviglia, ma per fortuna nell’ultimo anno è svanito»
La partita di Cagliari è stata quella che ti ha definitivamente fatto sentire a casa? «A dire il vero già dalle prime partite mi sono sentito a casa. Staff, giocatori, tifosi e stadio. Sono stati 6 mesi positivi in Serie A»
I tuoi continui coinvolgimenti in attacco sono un’idea di Pioli o un tuo gesto istintivo? «Bastava farmi trovare in area sia contro l’Empoli che contro l’Udinese. Si tratta di farsi trovare in area quando senti che qualcosa possa accadere su entrambe le fasce e devi sentire quando è il momento giusto per entrare in area e dove entrare»
La tua esultanza, Loftus-Cheek, ha un significato? «Si l’ho presa da un gesto famoso del basket. Spesso quando un giocatore più alto schiaccia su uno più basso è come dire “sono un po’ troppo piccoli” (ride ndr)”.
Contro il PSG, Loftus-Cheek, è stata la tua miglior partita in rossonero ed in carriera? «Si giocai molto bene, mi mancò solo il gol. Fu una grande partite per noi, in Champions League. Era una di quelle giornate dove mi sentivo bene e nel giusto stato mentale, e le cose succedono naturalmente»
The best is yet, Loftus-Cheek, to come? «Lo spero. Non vedo l’ora di giocare alte partire e migliorarmi. Sono sicuro che giocherò ancora meglio che contro il PSG»
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