Dichiarazioni
Loftus-Cheek: «Mi trovo bene nel ruolo che ho ora al Milan. Su Ibra…»
Intervistato ai microfoni di “Cronache di Spogliatoio“, Ruben Loftus-Cheek si racconta tra aneddoti, curiosità e rapporti di amicizia con i propri compagni di squadra al Milan. Di seguito, le sue affermazioni:
«Ho giocato in molte posizioni in carriera. Nel ruolo attuale mi sento bene. Pioli mi dà continuamente feedback, anche attraverso i video. Il suo inglese… sta migliorando giorno dopo giorno! Lavoro con il mister e il suo staff sull’analisi del mio gioco, penso sia importante questo strumento nel calcio di oggi: guardare le partite, vedere dove e come migliorare»
Sul rapporto con Ibrahimovic: «Lui è un grande aiuto da quando è arrivato in questo ruolo. È sempre fuori dallo spogliatoio, ad aspettare che passiamo, per incoraggiarci. Parla con tutti al campo, è una persona e un leader fantastico. Ti sprona – spiega Loftus-Cheek – a dare il massimo. Mi dice di buttarmi in area: ‘Prova, prova!’. Ed essere decisivo»
Sul compagno Reijnders: «Siamo amici. Siamo arrivati insieme al Milan ed entrambi parlavamo inglese, quindi ci ha aiutato a conoscerci meglio. Recentemente è diventato padre e infatti lo chiamo ‘Papà’. Non ho ancora visto suo figlio, ma non vedo l’ora. È una persona eccezionale»
Su Conte: «Conte è una persona fantastica, molto intensa. Mi ricordo che non sapevo molto di lui prima che arrivasse al Chelsea, quando lo abbiamo incontrato la prima volta era molto tranquillo. Poi appena è andato in panchina… era completamente diverso! Così appassionato, così scatenato. C’è una grande differenza tra il Conte dentro al campo e quello fuori»
Sulla Nazionale inglese: «Andare all’Europeo? Ci spero, ma al momento mi sembra difficile che sarò convocato. Mi piacerebbe tornare a giocare con l’Inghilterra, ma l’obiettivo è fare bene al Milan. Anche perché l’Inghilterra è soltanto una conseguenza del rendimento al Milan»
Su quando la sua casa è stata colpita da un fulmine: «Ricordo quel giorno. Ero al parco con i miei fratelli e iniziarono a piovere fulmini, colpivano anche gli alberi. A un certo punto abbiamo visto una colonna di fumo e siamo corsi a casa. Ed ecco, era la mia casa distrutta per metà, i pezzi erano dappertutto. Abbiamo dovuto ricostruire buona parte della casa»