Dichiarazioni
Kjaer: «E’ il momento giusto per salutarsi. Milano la mia casa»
Intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali, Simon Kjaer ufficializza il suo addio al Milan. Il centrocampista danese ha indossato la maglia rossonera per quattro anni e mezzo, con 120 presenze complessive. Di seguito, le dichiarazioni del difensore: «Che emozioni provo? Tante, positive e negative. È da un paio di mesi che avevo la sensazione che era giusto finire ora, e poi ci sarà una nuova avventura»
Senti che la fine sia arrivata al momento giusto? «Sì. Nel mio percorso di questi quattro anni sono arrivato ad un buon punto. Ma potevo ovviamente anche dare di più, per aiutare ancora di più. È il momento giusto»
Hai già le idee chiare per il tuo futuro post Europeo? «Diciamo che il mio futuro l’ho diviso in tre parti. C’è questa settimana per essere disponibile per la mia ultima partita a San Siro e mettere ancora la maglia del Milan. Poi c’è un’avventura con la Danimarca, è sempre molto speciale. E dopo di questo devo trovare il posto dove continuare a giocare a calcio. La cosa più importante è questa settimana»
ome ti approcci verso questa nuova esperienza? «Paura zero. Penso che ho provato così tanto nella mia carriera, ho esperienza per capire che la paura non ti da niente. Ho grande curiosità e grande voglia di impattare su un nuovo gruppo così come ho fatto qui»
Hai sempre detto che il Milan era un sogno…: «Sono venuto in Italia quando avevo 19 anni al Palermo. Lì ho subito detto al mio procuratore: “Voglio andare al Milan”. C’è voluto un po’ di tempo, però alla fine sono venuto qua e questa è la mia società, il mio luogo e sarà sempre così. Quando sono arrivato qua il Milan era in un periodo molto difficile che durava da tanti anni. Paolo (Maldini, ndr) e Ricky (Massara, ndr) mi hanno portato qua per dare un impatto soprattutto ai giovani, dare continuità e far crescere il gruppo. Penso che il mio lavoro l’ho fatto»
Sei arrivato in punta di piedi ed in silenzio, ti aspettavi questo impatto? «Dipende ovviamente sempre dal gruppo, io avevo una fortuna, cioè che con me è arrivato anche Zlatan. Non ho mai avuto bisogno di urlare o dare quel tipo di stimolo. Ho potuto lavorare sui singoli, far vedere ogni giorno che si doveva arrivare presto per lavorare e che si andava a casa tardi. Prima che arrivassi qui c’erano 2-3 giocatori agli allenamenti in palestra. Ora ci sono tutti. È stato un percorso – afferma Kjaer – anche con lo staff del mister. Ora non c’è nessuno che si rilassa»
Cosa c’è dentro e che crescita è stata per questo gruppo? «La qualità non basta. Per migliorare e per far crescere la squadra bisogna saper soffrire e avere la giusta mentalità per lavorare e guardare in avanti. Puoi fare tante cose con un gruppo, anche con meno qualità. Nel mondo del calcio c’è solo una cosa che comanda, ed è la mentalità. Tutti sanno giocare a calcio. Per il budget speso dal Milan in questi quattro anni ci sono pochi in Europa che sono riusciti a fare quello che abbiamo fatto noi»