Editoriali
I giocatori vanno, il Milan rimane: sarà ancora così?
Una spaccatura rispetto al passato: i tifosi che faranno?
I giocatori vanno, ma il Milan rimane. Quante volte si è detta una massima che racchiude tutto lo spirito rossonero. Tonali era considerato da tutti come una bandiera all’interno di un calcio mosso unicamente dal dio denaro. Pecunia non olet, diceva qualcuno vissuto molto tempo prima di noi. Anche lui, con il numero 8 alle spalle che fu di Gennaro Gattuso, si è dovuto arrendere. Non ha saputo opporsi all’offerta del Newcastle e così lascerà la squadra per cui ha sempre fatto il tifo, fin da quando era un semplice bambino che sognava di diventare un grande calciatore, amato e stimato da tutti. Il Milan perde un suo importantissimo punto di riferimento. Di questo, però, abbiamo parlato più e più volte. Quello che resta da chiedersi ora è: ma il Milan esiste ancora? Quella squadra che ha dominato per 31 anni, sotto la presidenza di Berlusconi, sia in Italia, sia in Europa? Un presidente che non badava a spese. Vedeva Nesta e lo comprava, idem con Sheva, Inzaghi, Stam, Dida, Pirlo, Seedorf e tanti altri.
Quando ancora contava solamente vincere e per farlo, si era davvero disposti a tutto. Al giorno d’oggi, quei periodi sembrano solo un lontano ricordo. Cardinale non sembra voler ripercorrere le orme di Berlusconi, non ha interesse a farlo. Considera il Milan come un’azienda da mantenere, controllando attentamente entrate ed uscite a livello economico. Insomma, vede il calcio come un business, ne più ne meno. Si è appena visto sfumare Thuram dall’Inter, squadra che nonostante sia sommersa dai debiti, sta facendo un mercato molto più attivo rispetto ai rossoneri. Per questo c’è da chiedersi se il Milan esista ancora oppure no. Visto quello che è successo in meno di un mese, con l’addio di tre uomini chiave degli ultimi successi, la risposta sembra essere la seconda. Ha ancora senso tifare il diavolo?
LEGGI ANCHE: Milan, il piano per arrivare a Frattesi