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Champions, il gol di Osimhen pone fine all’imbattibilità rossonera
Si ferma a 5 la striscia di partite in Champions in cui il Milan ha mantenuto la porta inviolata
Il Milan pareggia al Maradona e raggiunge la semifinale di Champions dopo 16 anni dall’ultima volta. Pioli ha scelto di giocarla come le due precedenti e se ne è stato a uomo nelle zone, semmai ha abbassato il baricentro e si è aggrappato alla consistenza d’una difesa di granito. Il Napoli è divenuto meno ipnotico, nei mismatch non ha trovato soluzioni: però nella sua ripresa qualcos’altro ha infilato, uno Kvara più intraprendente (1′ e 13′) ma anche egoista, e una presenza insufficiente a mandare in crisi il Milan, che ha sempre tenuta sgombera la propria area, svuotandola sui traversoni dalla bandierina ed evitando assembramenti nella pressione.
Però queste sono partite speciali, dense d’emozioni, di gioie e di delusioni: quando Tomori, frenando Di Lorenzo con una mano, dà a Kvara la possibilità di credere in qualcosa dagli 11 metri, c’è il sospetto che ci si avvii in un finale da evitare ai cardiopatici, tutelati dalla manona di Maignan che ci arriva, sottrae pathos e può persino evitare di dannarsi sul pareggio di Osimhen (48′), tanto è finita. La Champions è un patto del diavolo. Il gol nel finale di Osimhen pone fine alla striscia di partite in cui i rossoneri non subivano reti. Infatti il Milan, tra girone e sfide ad eliminazione diretta, ha mantenuto la propria porta inviolata per 5 match consecutivi.
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