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Caso Maignan, per diversi tifosi insulti leciti
Per il 18 per cento degli italiani le offese razziste sono normali
Insulti a Mike Maignan, dove sta il problema? Domanda ironica o quasi, ma non forse non poi così tanto. Secondo un sondaggio di SWG condotto su un campione giudicato rappresentativo di 800 persone, per metà degli italiani, andare allo stadio e dare libero sfogo alla parte peggiore di sé. Nessuna emergenza razzismo quindi, nemmeno nei confronti dell’estremo difensore rossonero. Secondo il 74 per cento degli intervistati, un atleta in azione dovrebbe cogliere queste occasioni per sensibilizzare il pubblico, anche a costo di ricevere squalifiche. In parole povere: sono loro a dover chiamare gli steward per segnalare determinati tipi di comportamento.
Per il 47 per cento, i giocatori del Milan dopo il caso Maignan hanno fatto bene a uscire in segno di protesta e non avrebbero dovuto rientrare, ma c’è una piccola percentuale che sostiene che avrebbero dovuto far finta di niente per dare meno visibilità all’episodio. Insomma tante prese di posizioni decisamente contrastanti l’una dall’altra. Nel settembre del 2021 Mike Maignan venne colpito da ululati e cori negativi nella partita dello Stadium contro la Juventus. Due giorni dopo il francese affidò i suoi pensieri ai social. Un anno dopo, Maignan venne colpito da ululati e cori nella partita di Cagliari. All’Unipol Domus, mentre il Milan festeggiava la vittoria, il portiere francese venne colpito da frasi e insulti di stampo razzista al pari del compagno Tomori. Animi accesi e rissa sfiorata, con Keita ad abbracciare Maignan per provare a riportare la situazione alla normalità.
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