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Dichiarazioni

Capello: «L’Inter è la squadra più forte! Calhanoglu…»

Le parole dell’ex tecnico rossonero

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport durante la quale ha speso parole di elogio per l’Inter. Ecco le dichiarazioni di Capello:

Parola all’esperto allora. Capello, a Napoli c’è stata l’ennesima conferma di un centrocampo interista devastante e dominante. «Ed è la chiave di questo bell’inizio di stagione. La grande forza dell’Inter è la mediana, dove c’è il giusto mix di qualità, interdizione, visione di gioco, inserimento. Calha è un gran direttore d’orchestra, Barella e Mkhitaryan hanno intelligenza tattica e qualità. E poi come prima alternativa c’è un certo Frattesi che a me piace tantissimo e che ogni volta che gioca lascia il segno. Tutti sanno fare gol o servire assist, tutti sanno aiutare la squadra nelle due fasi. L’Inter a livello dinamico e di qualità è stata costruita benissimo in mezzo, e poi giocare a cinque aiuta».

Capello
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In che modo? «Grazie agli esterni si è sempre in uno in più, sia in fase offensiva sia in quella difensiva. C’è sempre una soluzione in più per tutti».

Più soluzioni del Manchester City? «Ecco, se parliamo di rose al completo, la squadra di Guardiola è ancora un gradino sopra. Oggi il City gioca con una stampella mancante: senza De Bruyne manca un genio, un giocatore di enorme qualità. Foden sta provando a sostituirlo ma è una missione complessa. Però il vero insostituibile per me resta Rodri: gioca sempre facile, imposta, copre, si inserisce. E quando manca lui, Pep spesso perde…».

Come con l’Aston Villa. «Dove ha dovuto mettere due difensori a dirigere il traffico in mezzo, Stones lì si adatta ma con qualità mediocre. Poi c’è Bernardo Silva che mi piace: i giocatori forti al City non mancano, ma come Rodri e De Bruyne non ce ne sono molti al mondo».

Forse al Real Madrid, non trova? «Beh, anche lì siamo all’eccellenza con la coppia Valverde-Kroos che ritengo straordinaria per come sa integrarsi. Valverde è dinamico e pericolosissimo quando calcia da fuori. È veloce, sa inserirsi e ha visione di gioco. Kroos è il coordinatore di tutto, il suo lavoro è ancora fondamentale. Poi Tchouaméni, Camavinga… E Ancelotti può lasciare fuori Modric e inserirlo a gara in corsa. E poi c’è Bellingham».

Lo inseriamo tra i centrocampisti? «Un giocatore totale, completo, straordinario. Alla sua età solo Maradona e Messi facevano la differenza in questo modo, ma con caratteristiche diverse. Tiene palla, gioca in verticale, sa inserirsi, fa gol in tutti i modi: un campione moderno».

Continuiamo il giro dei campionati: le piace il centrocampo del Psg? «Buona qualità e dinamicità, ma non c’è il fuoriclasse alla Calhanoglu o alla Rodri, alla De Bruyne o alla Bellingham. E poi il Psg è una squadra troppo legata a Mbappé, che gioca un buon calcio alla spagnola come vuole il suo allenatore».

Meglio il Bayern? «Il calcio tedesco è sempre differente dagli altri: Kimmich e Goretzka al centro garantiscono uno dinamismo e l’altro fisicità, ma questo è un centrocampo di posizione che ha bisogno delle invenzioni dei tre trequartisti per fare la differenza. Ecco, Musiala mi piace tanto».

E le piace la mediana dell’Arsenal che sta comandando la Premier? «Devo dire che l’acquisto di Rice è stato fondamentale. Certo, pagato tanto, però ha dato quell’equilibrio di cui Arteta aveva bisogno. L’Arsenal gioca d’insieme, non c’è un solista: in mezzo al campo la differenza la fa la prova di gruppo, il sapersi muovere tutti insieme con e senza palla. Gioca un calcio piacevole, in velocità e a ritmo alto. Però anche qui manca “la stella” che sa cambiare la storia».

Anche Liverpool e Barça valgono le top? «Beh, assolutamente. Poi quando c’è di mezzo Klopp c’è sempre qualità e fisicità, bisogna per forza tenere in considerazione anche il Liverpool: il centrocampo sa supportare l’attacco con la qualità di Szoboszlai e Mac Allister, due ottimi acquisti che avevano bisogno di tempo per inserirsi nella nuova realtà e che ora hanno preso fiducia. Nel Barça finalmente De Jong si è preso la regia. Pedri e Gündogan hanno infinita qualità, pesa però l’infortunio di Gavi, giocatore importantissimo. Poi manca l’equilibratore alla Busquets».

Quindi l’Inter dove si pone in questo variegato panorama europeo? «Un gradino sotto a City e Real. Ma si può dire senza paura che il centrocampo di Inzaghi vale i migliori del mondo».

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