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Dichiarazioni

Capello: «Al Milan serve un cambio tattico…»

Le parole dell’ex tecnico rossonero

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport per parlare del momento difficile che stanno attraversando i rossoneri. Ecco le sue parole:

Capello, avrebbe un senso cambiare l’allenatore del Milan adesso? «No, ma Pioli deve trovare delle soluzioni. Continuare sulla stessa linea non va bene. Bisogna capire dove agire: difesa, centrocampo, attacco. Due anni fa Pioli aveva a disposizione un centrocampo formidabile, con Tonali, Kessie, Bennacer, Calhanoglu. Quello che è adesso non si capisce, ma il centrocampo è il motore della squadra. Agirei lì, anche se con tante assenze non è semplice».

C’è un problema tattico? «Le squadre che agiscono in contropiede mettono in difficoltà il Milan, lo si è visto più volte. Io lavorerei su questo e cercherei di avere una difesa più attenta».

Mancano giocatori importanti. Si può rimediare a gennaio con qualche innesto? «Intanto si potrebbe tentare con nuove soluzioni tattiche in difesa. Ma anche l’aspetto psicologico è fondamentale. La tattica fornisce rimedi, però non può tutto».

Si parla molto degli infortuni. «Sarò all’antica, ma penso che si sia fatta poca preparazione per andare a giocare negli Usa o altrove, come molte squadre fanno. Vai a giocare subito per motivi commerciali, poi paghi il prezzo. Bisognerebbe ricominciare a lavorare a scaglioni, ma quando si incontrano grandi squadre, anche in amichevole, nessuno vuole perdere».

Giocare a zona anziché a uomo in determinate situazioni quali vantaggi darebbe? «Non sarebbe il rimedio per tutti i mali, però aiuterebbe. Il Milan in questo modo potrebbe essere meno aggressivo, ma più ordinato. E in questo momento è importante avere equilibrio e fare filtro. Ripeto, il centrocampo è cambiato molto e adesso non è né carne né pesce. Mi auguro per il Milan che Bennacer torni ad essere il giocatore che era prima dei problemi fisici».

Capello
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Quali appunti farebbe a Pioli? «Adesso deve fare i conti con tante assenze, è complicato. Ma io avrei fatto un altro mercato. Due elementi di qualità che ti cambiano la squadra, non tanti prospetti».

Ma il mercato in Italia non sempre lo fanno gli allenatori, anzi quasi mai. «Pioli, a quanto leggo, ha approvato tutto. Diciamo che è stato aziendalista e accondiscendente e adesso deve correggere la situazione».

Cambiare allenatore in corsa ha un senso? «Pioli non ha giocatori, gliene mancano troppi. Deve trovare soluzioni anche psicologiche».

E poi arriva Ibrahimovic. Lei da allenatore lo avrebbe voluto come dirigente? «Guardi, Ibrahimovic è stato un campione ed è una persona intelligente. Il problema è che dal comunicato scritto in politichese non si capisce che ruolo abbia. Un ruolo tecnico? Il rischio è che vada a intaccare la leadership di Pioli».

Fra l’altro Zlatan ha una personalità piuttosto ingombrante, non trova? «Il problema non è il suo ego, ma quello che si presume vada a fare in modo pratico. Sinceramente non l’ho capito e quindi è difficile parlarne».

A gennaio si può rimediare con il mercato? «Tutto è ancora in gioco. Certo, l’eliminazione dalla Champions League fa male, ma non bisogna farsi prendere dall’emotività. Però ecco, magari basta con gli algoritmi».

Anche il divorzio da Maldini ha fatto molto discutere. «Se un gruppo dirigente prende una decisione, vuol dire che è convinto della bontà della scelta. Al di là delle capacità di Maldini e Massara, che hanno fatto un buon lavoro, ora si tratta di andare avanti, perché ripeto, c’è ancora tanto in gioco».

Visto che cambiare l’allenatore in corsa non le pare utile, che cosa farebbe? «Cambierei modo di pensare. In difesa senza Tomori, Kjaer e Thiaw, ci sono tanti assenti. Mancano i centrali. Bisogna dare una scossa, cambiare strada. Ma esonerare Pioli adesso non servirebbe a molto».

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