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Dichiarazioni

Cafu: «Se il Milan dovesse essere eliminato non sarebbe un fallimento»

Intervistato ai microfoni della “Gazzetta dello Sport“, Marcos Cafu parla in vista del ritorno di Europa League tra Roma e Milan. Il doppio ex si è concentrato su diversi temi e aspetti del match odierno che regalerà, a uno delle due formazioni, la gioia delle semifinali. Di seguito, le sue affermazioni:

 

 


«All’Olimpico lo spettacolo non manca mai, grazie ad un pubblico unico al mondo. Chiedete a qualsiasi calciatore abbia giocato lì le sensazioni che si provano quando viene cantato l’inno della Roma. Sarà una partita molto bella»

Sulla sfida dell’andata: «A San Siro De Rossi è stato tatticamente bravo, con la mossa di El Shaarawy a destra. Una scelta intelligente, che non deve però sorprendere, visto ciò che Daniele è stato da calciatore e ora da allenatore. E poi, aggiungo: è un grande uomo. Basta pensare a quel che è successo a Udine con Ndicka»

Considerando che viene dalla Champions, se il Milan stasera dovesse uscire si potrebbe parlare anche di fallimento? «Assolutamente no! Alla fine vince solo una squadra, in coppa o in campionato, dove peraltro Pioli ha già conquistato lo scudetto. Le squadre – continua Cafu – che nelle coppe arrivano in fondo sono tutte forti e magari vengono eliminate per ragioni diverse, ma questo non vuol dire aver fallito. Il Milan sta partecipando in modo continuativo alla coppe europee, non può certo essere criticato per un’uscita ai quarti di finale»

Chi è più forte tra Dybala e Leao? «Sono due fenomeni veri, due che danno del tu al pallone come pochi altri al mondo e che stupiscono e divertono le platee. Difficile scegliere, davvero»

Il suo ricordo più bello a Roma ed a Milano…: «Ne ho tanti. Al Milan qualche trofeo l’ho vinto. I tifosi milanisti sono passionali, ma mi ha colpito il loro atteggiamento, rispettoso della sfera privata, cosa che non ho trovato sempre. Ma non mi riferisco a Roma, lì ho iniziato il mio ciclo in Italia e vinto uno scudetto ciclopico, impossibile da dimenticare. Se devo scegliere un ricordo dico il sombrero a Nedved nel derby. Un mio amico giallorosso, Vincenzo, mi fomentava. Appena mi è capitata l’occasione ho pensato -spiega Cafu – che poteva essere il modo più elegante per annichilire l’avversario»

Lei ha avuto come presidenti Sensi e Berlusconi, oggi ci sono due americani come Friedkin e Cardinale…: «Sensi e Berlusconi sono stati due giganti che hanno dato tantissimo al calcio, non solo in termini economici. Ora però è tutto diverso: fondi d’investimento, cordate straniere, americani, cinesi. È il senso della globalizzazione»

Cafu
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