Dichiarazioni
Boban: «Dente avvelenato con il Milan? Non c’entra nulla: se ami il Milan lo ami e basta»
Intervenuto ai microfoni di ‘Radio Deejay‘, Zvonimir Boban torna a parlare di Milan. Di seguito, le sue affermazioni: «Ma che c’entra il Milan? Il Milan non c’entra nulla con la proprietà. Se tifi Milan, ami il Milan, lo ami e basta. Capisco che alle persone non piacciano i pensieri imposti, ma io non impongo: dico la mia. Magari non avrò ragione e quando non avrò ragione lo dirò. Ma devo dire quel che penso, anche per il bene del Milan. Ma non sono io a muovere i fili, dico la mia come tutti. Anche la gente che vede le partite, nove volte su dieci la pensa alla stessa maniera. C’è stato un problema perché io ho detto che il Milan per un’ora non ha giocato bene contro il Bayer Leverkusen: chi dice che ha giocato bene non capisce nulla di calcio. Se questo è il problema cosa ci posso fare?».
Sei andato via dal Milan e anche dalla UEFA. Non può essere che tu non sia adatto per certi ruoli dirigenziali? «Probabilmente sì. Sono stato quasi quattro anni in FIFA, tre in UEFA, poi bisogna vedere le cose. Alla FIFA sono andato via perché avevo voglia di provare col Milan, visto in che situazione si trovava e visto che anche Paolo mi aveva chiamato per aiutarlo e per stare insieme in un’esperienza che poteva significare una vita per me. Dalla UEFA sono andato via sono andato per dei principi ma bisogna entrare nel merito delle cose»
Sull’addio da dirigente al Milan. Perché è avvenuto? «Per un’intervista che io ho trovato sacrosanta. Dopo pochi mesi ci siamo trovati a non avere né appoggio né fiducia. Loro volevano portare Rangnick, avevano cominciato a parlare. Noi non siamo riusciti ad avere un chiarimento. In quel momento lì dopo la correzione del mercato, dopo il cambio allenatore dove abbiamo avuto anche il coraggio di ammettere un nostro errore che non pensavamo, ma l’abbiamo commesso in buona fede. Dopo il mercato di gennaio – afferma Boban – con l’arrivo di giocatori importanti come Kjaer, Saelemaekers e Ibrahimovic e la cessione di Suso e Piatek, non siamo riusciti a chiarire la nostra posizione, così ho dovuto farlo pubblicamente perché la proprietà già ha cominciato ad avere contatti con Rangnick per la stagione successiva, cosa che si è verificata anche nella stessa intervista che Rangnick ha fatto. Io ho fatto un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ credo molto corretta e loro mi hanno licenziato per giusta causa. Siamo ancora in tribunale, mi spiace ma la vita è così»