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Dichiarazioni

Bartesaghi: «Pioli un maestro per me»

Le parole del terzino rossonero

Davide Bartesaghi, terzino del Milan, ha rilasciato un’intervista a calciomercato. com per parlare della nazionale Under 19 e di Stefano Pioli. Ecco le sue parole:

Partiamo dalla gara col Liechtenstein, vinta con un 7-0 roboante. Che partita è stata? «La partita è stata sicuramente alla portata, sulla carta era sicuramente fra le più abbordabili. Il mister ci ha chiesto di fare una grande prestazione e tanti gol perché nelle qualificazione è importante la differenza reti. Il nostro lavoro l’abbiamo fatto. La partita è stata bella e divertente, che penso sia quello che più conta in un campo da calcio, divertirsi».

Un risultato a cui storicamente l’Italia non ci ha mai abituato. Poche volte vediamo le nostre nazionali segnare così tanto. Sta cambiando qualcosa nel modo di scendere in campo? Cosa vi chiede Corradi?
«Non credo sia cambiato molto. Corradi ci chiede di essere spensierati in campo e quindi di divertirci. Poi chiaramente ci sono le qualità dei singoli che incidono molto e noi onestamente quest’anno abbiamo una squadra con tantiissima qualità. Anche le cosiddette riserve possono essere considerate titolari».

Bartesaghi
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Sarà un’annata importantissima per l’Under19 che deve difendere il titolo di Campione d’Europa. Sentite la pressione?
«Certo, la pressione si sente perché è stato un risultato importantissimo. Però noi abbiamo la qualità e la testa per farcela. Lavoreremo come abbiamo fatto finora e come stiamo facendo in questi giorni con Corradi. Il primo pensiero è quello di ripeterci e secondo me abbiamo tutto per farcela. È il nostro obiettivo». 

Sei ormai parte fissa della prima squadra di Pioli. Che rapporto c’è con il mister? Cos’hai provato quando te l’hanno detto?
«Quando il mister mi ha chiamato per comunicarmi che avrei preso parte alla tournée due anni fa e che sarei stato aggregato alla prima squadra quest’anno è stato tutto inaspettato e sinceramente tutto molto veloce. All’inizio i primi giorni mi tremavano le gambe, poi però ho capito che è quello per cui stavo lavorando da sempre e quindi sono entrato in campo e ho dato il massimo. Pioli è una persona molto seria, che non punta mai il dito ma prova a spiegarti. Ho la fortuna che è un maestro dato che è stato un difensore e mi sta dando tantissimi consigli su come difendere».

Ci racconti l’emozione dell’esordio col Milan?
«Ti dico che già il fatto dell’essere aggregato alla prima squadra non era aspettato, pensare che da lì mi sono trovato ad esordire… È stata un’emozione unica, San Siro… Sciuramente è stato tutto inaspettato, ma è ciò che voglio fare nella vita perciò l’emozione passa».

È vero che da piccolo hai detto no all’Atalanta per il Milan per “colpa” di tuo papà che tifa rossonero?
«No va detto che prima del Milan sono stato due anni all’Atalanta, semplicemente quando c’è stata la possibilità di scegliere ho fatto una scelta mia, di principio perché mi sono trovato meglio dopo il provino svolto al Milan. Il tifo di mio papà non c’entrava».

Qual è l’obiettivo o un sogno nel cassetto che poni davanti a te?
«Direi che il mio sogno più grande ora è alzare un trofeo con il Milan. Direi che voglio provare a vincere scudetto e Champions. Con l’Italia il sogno è trovare la convocazione con la Nazionale maggiore».

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