Dichiarazioni
Furlani: «Abbiamo salvato il Milan dall’insolvenza»
Intervistato ai microfoni di “Fortune Italia“, Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, parla così del club rossonero:
«Siamo in un nuovo importante capitolo di evoluzione del club, sostenuto dalla visione strategica di Gerry Cardinale, le competenze ed esperienza di RedBird nello sport business, nei media, nella capacità di sviluppare brand globali e di creare sinergie virtuose. Abbiamo avviato un percorso di crescita fondamentale per colmare il gap con le grandi squadre in Europa, soprattutto quelle in Premier League, che possono contare su ricavi importanti»
Ciò significa anche provare a vincere? «Non c’è progetto nel calcio e nel Milan che non abbia alla base il successo sportivo. Tutto il valore e i ricavi sono investiti nella squadra e nel club. È un circolo virtuoso: i ricavi alimentano gli investimenti, che producono performance migliori, che a loro volta creano nuovi ricavi»
Lei è AD del Milan ed è milanista: «Sono fortunato a trovarmi in questa posizione. Ci sono dentro con un grande senso di responsabilità, dettata dal fatto che ho avuto modo di vedere cosa succede se una società di calcio viene gestita in modo imprudente. Io sono entrato – spiega Furlani – circa sei anni fa nel Milan quando il Club andava salvato da una situazione di insolvenza»
Avete salvato il Milan dal fallimento: «Il Milan era strutturalmente in perdita. C’era stata una gestione dei costi tale per cui le risorse non erano state impiegate efficientemente. Abbiamo dovuto fare una riallocazione delle risorse per poter investire meglio, puntando anzitutto sulla parte sportiva per avere più successo sul campo. Inoltre, il Club – Furlani spiega – non aveva investito correttamente nell’infrastruttura manageriale, così da accompagnare al calcio una parte commerciale che aiutasse»
Su che basi è stato posto questo progetto? «Il progetto Milan è stato incentrato sul talento dei giovani ad ogni livello, mixandolo con l’esperienza necessaria. Abbiamo ringiovanito la struttura manageriale inserendo anche profili da altri settori. È la cosa giusta da fare per portare nuove idee. Da luglio dello scorso anno il club ha creato circa 30 nuove opportunità professionali, con un’età media di 28 anni»
Sul nuovo stadio: «“È da più di cinque anni che lavoriamo per dare al Milan un nuovo stadio e abbiamo dimostrato che per noi è una priorità. È fondamentale per il futuro del Club, per tornare con continuità nell’élite del calcio internazionale. Il Milan ha necessità di avere lo stadio più bello, moderno e funzionale del mondo. Noi vogliamo essere un’icona globale, un punto di riferimento per innovazione e sostenibilità, che offra accessibilità ed esperienza senza precedenti, massima sicurezza, comfort e servizi. Quello che è certo è che RedBird vuole offrire ai tifosi un’esperienza e una casa all’altezza dello status di questo grande Club e adatta all’era moderna. E RedBird ha esperienza nel fare proprio questo»
Riuscirete a fare uno stadio nuovo anche a Milano, in Italia? «Abbiamo in cantiere un nuovo grande progetto di stadio a San Donato. Faremo ogni sforzo per arrivare al risultato, nonostante i diversi ostacoli di sistema. Siamo, come le dicevo, in una nuova fase di crescita del Milan, sotto la guida RedBird, e lo stadio rappresenta un pilastro fondamentale su cui tutto il management è focalizzato, a partire dal presidente Paolo Scaroni. Parliamo di un manager dallo spessore unico a livello internazionale. Una leadership fondamentale in questi anni. Con grande passione ha guidato progetti strategici per il club, a partire proprio dal piano per il nuovo stadio»