Dichiarazioni
Sacchi: “Vi spiego di cosa ha bisogno il Milan”
L’ex tecnico rossonero dice la sua sul mercato e sul futuro del Milan
In un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha parlato del Milan. Ecco le sue parole:
Che ne dice dei movimenti di mercato milanisti?
“Sono sincero: Loftus-Cheek lo conosco poco, magari mi impressionerà e lo spero, però per quello che ho visto non è un giocatore che mi ha incantato. Ma sento troppi nomi stranieri accostati al Milan. Mi permetto di dare un consiglio: prendete degli italiani, fidatevi di quello che vi dico. Gli stranieri hanno sempre difficoltà di ambientamento in Italia, soltanto i miei tre olandesi si sono trovati subito a meraviglia. Bisogna sempre mettere in conto che ci vuole tempo per aspettare i giocatori che vengono dall’estero”
Dica la verità: lei avrebbe ceduto Tonali?
“A quelle cifre come si fa a dire di no? E poi anche il giocatore, che si è visto fare una proposta d’ingaggio pari al doppio o forse di più di quello che percepiva, probabilmente ha manifestato il desiderio di andare via. E’ umano”
Senza Tonali e con Bennacer infortunato, il centrocampo è tutto da rifare.
“Proprio così, e il centrocampo, di norma, è il settore più importante di una squadra perché deve tenere legati la difesa e l’attacco. Non sarà un compito semplice, quello dei dirigenti rossoneri, perché al mercato girano prezzi astronomici. Il Milan, se vuole avere successo senza spendere molto, ha una sola strada: idee chiare per il gioco”
Che significa?
“Grazie al gioco, e non alle individualità, il Milan ha vinto lo scudetto l’anno scorso e il Napoli quest’anno. Soltanto il gioco può rimediare alla differenza di potenza finanziaria che esiste con gli altri club. Si tratta quindi di sapere che cosa si vuole fare e di scegliere le persone adatte”
Che cosa intende con «persone adatte»?
“Persone affidabili. Che abbiano l’etica del collettivo e l’etica del lavoro. Devono essere adatti a fare squadra, cosa particolarmente complicata nel nostro Paese dove ognuno va per suo conto. Quindi Pioli deve dare indicazioni precise su chi desidera, valutando prima gli uomini, prima le loro teste e poi i loro piedi. Lo dico sempre: i piedi si accomodano, le teste no. Per fare scelte di questo genere si deve avere una visione completa del panorama, bisogna conoscere bene i giocatori e saperli valutare dal punto di vista umano”
E se qualcuno non ha la testa a posto, però è bravo?
“Lo si manda via. Non si deve avere paura di privarsi di qualcuno se questo non è in linea con il progetto. Pioli deve prendere giocatori che siano funzionali alla sua idea di calcio. Se vuole fare un calcio di ritmo e di velocità, servono giocatori veloci. E attenzione a quei giocatori che, magari, si sentono già arrivati perché indossano la maglia del Milan e pensano di essere al traguardo”
Ci può fare qualche esempio?
“Un giocatore, di cui non voglio fare il nome, aveva scambiato il giorno per la notte. Era bravo, ma non era affidabile. Ne chiesi la cessione. Berlusconi lo voleva tenere e io mi opposi. Gli dissi: “Lei vorrebbe un collaboratore poco affidabile?”. Così lo convinsi. E quel giocatore lo sostituii semplicemente con la sua riserva che, nel corso degli anni, divenne un campione”
Pioli, senza Maldini, avrà maggiori responsabilità.
“E’ un ragazzo intelligente e sa a che cosa va incontro. Rischia, e lui lo sa. Gli americani non aspettano se non vedono i risultati. Però lui è un bravo allenatore e lo ha dimostrato soprattutto nella stagione dello scudetto. Mi auguro che sia sempre più stratega e sempre meno tattico. Qualche volta, in particolare nell’ultimo campionato, ha agito da tattico. Invece, se vuole arrivare lontano, deve avere una chiara idee di gioco e proporla ai giocatori fino a far sì che essi la accettino. Squadra corta, molto corta, distanze minime tra i reparti, pressing, possesso-palla, passaggi rasoterra. Questo sì che sarebbe uno stile europeo”
Difficile ottenere tutto ciò dopo una rivoluzione, perché quella che il Milan sta facendo è una vera e propria rivoluzione.
“Il rischio è alla base di ogni impresa. La rivoluzione non è semplice, ma si può perseguire questa strada. Io, quando arrivai al Parma, confermai soltanto tre giocatori su ventitrè. Avevamo una squadra giovane, partimmo in testa e finimmo in testa”
Il calendario non aiuta il Milan: cinque scontri diretti nelle prime dieci giornate.
“Significa che Pioli dovrà partire forte e per farlo dovrà avere la massima disponibilità da parte dei giocatori. Ecco perché è ancora più importante scegliere gli uomini giusti. Se non c’è grande qualità, ci devono essere senso di appartenenza, motivazioni incredibili e un temperamento che vada al di là della normalità”
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