Dichiarazioni
Sarri: «Spero di tornare ad allenare prima di gennaio, il mio sogno è…»
Intervistato ai microfoni della ‘Gazzetta dello Sport‘, Maurizio Sarri torna a parlare del proprio futuro – il tecnico è attualmente svincolato – ma anche di altri temi. Di seguito, le sue affermazioni: «Con l’inizio della nuova stagione, mi è cresciuta forte la voglia di esserci dentro, di tornare in campo. Spero prima di gennaio. Dipenderà dalle situazioni, dalle offerte che riceverò, dalle motivazioni. Dalla telefonata che mi trasmetterà più adrenalina».
Sul suo sogno: «Non mi vedo all’ultimo ballo. Ho ancora voglia di allenare e penso di essere nelle condizioni di poter dare qualcosa. È vero che in questo momento vanno di moda i giovani, ma lo scorso anno le tre coppe europee sono state vinte da tecnici della mia età: Ancelotti in Champions, Gasperini in Europa League e Mendilibar in Conference. Idem De la Fuente, c.t. della Spagna campione d’Europa. Il Boca Juniors sarebbe un sogno finale, folle, non so se realizzabile. Qualche partita alla Bombonera sarebbe una esperienza unica»
Sul Milan: «Io sulla panchina del Milan? Mi sembra brutto parlarne in questo momento, serve rispetto. Paulo Fonseca è un buon allenatore e un uomo di livello, l’ho conosciuto di persona: è all’inizio di un percorso ed è giusto che stia sereno. Non voglio entrare in questi discorsi. Il Milan può avere un’evoluzione positiva, la rosa è forte»
Sul Napoli: «Sono ammirato da Conte. Antonio, oltre ad essere un grandissimo allenatore, ha questa capacità di far investire i suoi club. Il Napoli ha costruito una squadra forte e Antonio realizzerà un ciclo importante. Non so se vincerà subito, ma la storia di Conte è quella. Aurelio è impulsivo caratterialmente, ma sotto la sua gestione il Napoli è cresciuto e gli sarò sempre grato per avermi fatto allenare la squadra del cuore. I suoi silenzi sorprendono, ma spero sia l’inizio di qualcosa di positivo»
Sulla Juventus: «Sono due film diversi. Quando sono arrivato io alla Juventus non c’erano i presupposti per una rivoluzione culturale. Ora invece ci sono. Siamo all’inizio, ma Motta ha la volontà di fare qualcosa di diverso»
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