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Ibrahimovic: «Fonseca nuovo allenatore del Milan. Theo, Maignan e Leao resteranno»
L’attesa è finita: Ibrahimovic terrà a Milanello la conferenza stampa
Come annunciato nella giornata di ieri Zlatan Ibrahimovic terrà una conferenza stampa direttamente da Milanello, alla presenza di 70 giornalisti. Il dirigente svedese presenterà la prossima stagione rossonero e – con ogni probabilità – presenterà il nuovo tecnico Paulo Fonseca. Di seguito, le affermazioni del Senior Advisor del Milan: «Dopo 20-25 anni di calcio, hai altre libertà, in primis con la famiglia. Mi ha telefonato Giorgio Furlani, dicendomi di venire a Milanello, ma io ancora non sapevo nulla. Poi ho fatto il primo incontro con Gerry Cardinale, parlando in call per alcune ore, chiedendomi cosa volessi fare e mi ha offerto di tornare al Milan. A Gerry ho detto che se, dovessi entrare nella società, deve essere un progetto vincente. Non accetto perdere, voglio vincere e vincerò. E lui mi ha dato il benvenuto e siamo partiti e, dopo sei mesi, ho già i capelli grigi»
Qual è stato l’aspetto che più ti ha convinto ti Cardinale? «Ho conosciuto la sua persona e parliamo la stessa lingua, abbiamo gli stessi pensieri. Lui è un vincente, vuole fare a suo modo con ambizione: vuole creare un progetto vincente a lungo»
Sul ruolo di Ibrahimovic all’interno della società: «Il mio ruolo è semplice: lavoro per il Milan. Lavoro vicino a Gerry Cardinale e alla squadra, collaboro con Furlani e Moncada. Ognuno, però, ha il suo ruolo e la sua responsabilità»
Qual è il prossimo step da conquistare? «E’ di rinforzare la squadra per essere competitivi e vincere trofei. Non solo in Italia, ma anche in Europa. La storia del Milan è in Europa, poi c’è stato un periodo di down, ma poi è tornato a livelli alti. La differenza tra noi e gli altri è che noi facciamo la storia. Per entrare nel Milan devi avere questa mentalità. Noi non siamo soddisfatti della passata stagione, in Europa League non abbiamo fatto bene. Per questo vogliamo migliorare e diventare più forte di oggi»
Sul progetto: «Sono molto ottimista e positivo. La dirigenza è giovane e tanta fame. Abbiamo la nostra strategia e piani che stiamo seguendo. Non andiamo in panico se perdiamo una partita e allora cambiamo tutto. Ognuno fa il suo lavoro per il Milan, non ha obiettivi personali. Noi lavoriamo tutti i giorni, non è detto se non parliamo, restando in silenzio, non facciamo niente»
Sul nuovo allenatore: «Ringrazio Stefano Pioli, innanzitutto. L’ho avuto come giocatore e allenatore e quello che ha fatto per il Milan è storia, come detto prima il Milan fa la storia. Il nuovo allenatore del Milan sarà Paulo Fonseca, per i suoi pensieri e per le sue idee calcistiche. Volevamo portare qualcosa di nuovo ai giocatori dopo cinque anni. E portare qualcosa di nuovo anche a San Siro. Siamo molto fiduciosi e ci crediamo tanto»
Sulla trattativa su Zirkzee: «Se parliamo di squadra e guardiamo un anno fa, dove i miei colleghi hanno fatto un grande mercato, hanno creato la base della rosa. C’è spazio, adesso, per un altro attaccante e il nome che ho in mente è perfetto. Zirkzee è un giocatore forte, ha fatto una grande stagione. Se mi somiglia? Non mi piace fare paragoni»
Come può tornare vincente il Milan? «Con Gerry parliamo la stessa lingua e ambizione. Poi, cosa serve la squadra? Servono giocatori che fanno concorrenza e a fine stagione si analizza cosa abbiamo fatto bene e cosa no. Nell’anno dello scudetto nessuno ci metteva tra le prime quattro, quindi non vince sempre chi è favorito. Vogliamo fare cose con intelligenza, come abbiamo fatto finora. Ma soprattutto non solo in Italia, ma anche in Europa»
Sul mancato arrivo di Lopetegui: «Sui giornali ognuno proponeva un suo nome. La decisione era tra loro due, ma poi la scelta è virata su Fonseca»
Di cosa avete parlato con Fonseca? «Parliamo tutti i giorni e organizziamo la strategia della squadra. Vogliamo migliorare la squadra e il collettivo. Poi, abbiamo anche un progetto sull’Under 23, volendo collegare il progetto alla Prima Squadra e Fonseca, in questo, sarà fondamentale. Il prossimo anno giocheremo per quattro competizioni, dunque quattro trofei. Metteremo Fonseca nella migliora condizione possibile per fare bene»
Come ti senti nel ruolo di dirigente? «Adesso sono uno di loro, della dirigenza. Mi devo abituare, non è come quando giocavo come calciatore. C’è la volontà di lavorare, ho la mia esperienza, giocando in grandi club, in Spagna, in Inghilterra. Ho tanto da imparare, crescere e dare. Ho colleghi che mi aiutano in questo, siamo giovani e con tanta fame»
Qual è la frase di Fonseca che vi ha convinto? «Prima si studiava che tipo e che approccio dovesse avere il nuovo allenatore. Abbiamo parlato faccia a faccia con Fonseca, lui è molto ambizioso, vuole migliorare»
Su Conte: «Non abbiamo discusso di lui. I nostri criteri eravano diversi e non compatibili con i suoi»
Quanto ti ha fatto soffrire il ventesimo scudetto dell’Inter? «Soffrire non lo so, non soffro mai. Semmai mi dà più carica. Il Milan guarda se stesso, non guarda gli altri»
Sul nuovo stadio: «I tifosi meritano uno stadio grandioso. Deve essere uno spettacolo e gli americano sanno come farlo»
Maignan e Theo resteranno al Milan? In quali ruoli il Milan interverrà per rafforzare la rosa? «Theo, Maignan e Leao resteranno. Non abbiamo bisogno di vendere per fare mercato. Grazie al lavoro dei miei colleghi, abbiamo una base solida e non necessitiamo di vendere»
Quanto è importante il tuo ruolo nel mercato? «Ho scelto di non parlare con i procuratori, perchè arrivo da vecchia scuola, come Mino Raiola o Galliani. Mentre Furlani e Moncada sono più grigi, hanno più pazienza»
Perchè non avete preso in considerazione un allenatore italiano? «Perchè per quello che cercavamo, Conte non è uscito. Per noi, il migliore match era Paulo Fonseca per l’identità che vogliamo portare. Pochi giocatori italiani? Ne abbiamo diversi, peccato non in nazionale. Secondo me, Gabbia doveva essere convocato»
Sul taglio delle commissioni: «Quando si parla di trattative, ognuno crea una situazione dove il club resta sotto pressione. Ma l’accordo si fa in due, deve andare bene innanzitutto per il club»
Vuoi vincere la Champions come dirigente? «Voglio vincere più possibile, ovvio. La vittoria della Champions come dirigente non sarebbe una rivincita per me calciatore. Io voglio fare la differenza»
Ti senti di dire ai tifosi che i big resteranno con certezza? «Nelle situazioni di Maignan e Theo tutto è possibile. Loro due sono contenti, hanno fatto la storia e devono continuare a farla»
Da dirigente, qual è la tua strada per tornare a vincere? «Abbiamo una strategia per portare in alto il Milan. In queste cose, bastano i piccoli dettagli per fare la differenza. E’ più difficile restare al top che diventare top»
In questi mesi, sarai pronto a parlare in investitori? «Dipende come Gerry mi mette. Lavoro molto vicino a lui e non si è parlato di investitori. Sono un vincente, non ho paura della sfida»
Come fai a gestire il tuo ego nel nuovo ruolo? «Tanti ex giocatori quando entrano in società portano il loro ego, perchè sono stati grandi giocatori e pensano di sapere tutto. Io, invece, riparto da zero. Ho tanto da crescere e imparare. Ognuno fa il suo lavoro»
Perchè non hai parlato fino a oggi? «Per parlare devi avere qualcosa per parlare. Si comunica quando c’è qualcosa di concreto. Poi si lavora ogni giorno»
«Quando parliamo di americani nel calcio italiano, capisce l’effetto. Sono due mondi diversi e dopo un po’, prendono esperienza, e capiscono di più. Per questo c’è un mix tra noi e loro»
Come decidete di investire una determinata somma? «Tutto quello che è in attivo, si spende per la Prima Squadra. Si rinveste in questo settore, perchè per noi l’obiettivo principale è quello»
Ritenete Fonseca un allenatore top? «E’ il top, sennò non lo avremmo contattato. Per i tifosi posso dire che arriva un nuovo modo di giocare il calcio, un calcio offensivo, ma con equilibrio per la difesa»
Come dobbiamo interpretare i tuoi post social? «Non lo so, o lo prendi seriamente oppure no. Anch’io faccio i giochi come i vostri, solo che i miei arrivano a un milione di like…»
La squadra sarà più giovane rispetto lo scorso anno? «La squadra per il prossimo anno sarà ancora più giovane e Fonseca è bravo a giocare con i giovani. E’ importante avere un allenatore che porti fuori il meglio dai giocatori meno esperti»
Qual è la strategia? «Se dico che non eravamo in top in Europa, ma siamo arrivati in semifinale. Vogliamo avere la stabilità per avere l’occasione di confrontarci con i top club. Ma tutto parte dall’Italia»
Un messaggio ai tifosi più scettici: «Il futuro è. Farò di tutto per vincere»
Su Camarda: «Alla sua età, è più forte di me. Non ha tutte le responsabilità, è giovane. Il nostro obiettivo è farlo crescere e proteggerlo. Ha tanta fame, voglia di fare, ma bisogna fare passo per passo. Perchè arrivare in Prima Squadra non è facile. Il suo fisico è ancora ‘da ragazzo’, se va a scontrarsi con fisici da adulti fa male. Per questo, sarà necessario fare uno step in Serie C. Camarda ancora non ha iniziato, deve fare passo per passo. Anche per portare più talenti in Prima Squadra, italiani e non»
Stai bene dopo il saluto a Stoccolma? «L’adrenalina era a go go. Io e la Svezia abbiamo fatto cose fuori dal calcio, ho aperto le porte per le nuove generazioni e adesso spetta a loro muoversi. Sono molto emozionato per quello che hanno fatto»