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Maldini: «Non mi vedo in un club diverso dal Milan. A San Siro non vado»

Paolo Maldini-Milan: le affermazioni della leggenda rossonera

Intervenuto ai microfoni di “Radio Serie A“, Paolo Maldini, leggenda ed ex dirigente sportivo del Milan, affronta e parla di diverse tematiche. Di seguito, le sue affermazioni:

«Mondiale 2006? No, niente tarlo. Ne ho giocati 4. Faticavo a fare il doppio impegno campionato-coppe, volevo preservare gli ultimi anni e non volevo essere un peso. Poi avevo già detto di no all’Europeo del 2004 e non mi sembrava giusto. Poi se ci fossi stato io, magari non avremmo vinto»

Quando hai capito di voler fare il dirigente? «Quando mi hanno chiamato. Ho avuto chiaro quello che non ho voluto fare: allenatore, lavorare in televisione e altre cose. Quando è arrivata l’opportunità con Leonardo, anche se era arrivata anche prima, ho condiviso ideali e principi. Si parla di un lavoro di squadra. La cosa che mi piaceva di più? Perché era il Milan, perché nei 31 anni di carriera ho avuto un sacco di esperienza e cose da insegnare. E poi c’è il lavoro in sé che è tutt’altro. Il periodo di adattamento è durato una decina di mesi. I miei primi 10 mesi da dirigente mi sentivo inadeguato, tornavo a casa e non ero contento. Non riuscivo a determinare qualcosa. Leonardo rideva e mi diceva: ‘Tu non ti rendi conto, te ne renderai conto poi del tuo impatto’»

Milan, Nazionale o niente: regola ancora valida? «Vale soprattutto per l’Italia. Vedermi all’interno di un club diverso dal Milan non ce la faccio. Questo non si fa. Non ho mai detto di no al PSG. Prima di andare al Milan ho parlato con Nasser a Parigi due o tre volte, la cosa non è andata avanti. Pensandoci adesso è andata bene così»

Andare allo stadio a vedere il Milan: «No, logicamente. Seguo ancora il Milan, il Monza e l’Empoli dove giocava mio figlio. Abbiamo creato un sacco di relazioni con i giocatori in questi 4-5 anni. Con ognuno di loro si è creato un rapporto speciale. Quando vedo la fascia sinistra del Milan dai, è uno spettacolo»

Sull’Inter: «È molto indicativo quanto successo. L’Inter ha una struttura sportiva che determina il futuro dell’area sportiva, è stata gratificata con contratti a lunga scadenza. Non è un caso che il Napoli sia andato male dopo l’addio dell’allenatore e del ds. A volte si considerano i giocatori come delle macchine, ma il supporto a loro credo sia una delle cose più inespresse nel calcio. Hanno bisogno – afferma Maldini – anche di dire loro le cose come stanno»

Maldini
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