Dichiarazioni
Capello: «Ibra ora basta egoismi. Deve imparare a…»
Intervistato ai microfoni della “Gazzetta dello Sport“, Fabio Capello parla del ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan, questa volta in veste diversa: in qualità di Senior Advisor di RedBird e del Senior Management del club rossonero. Di seguito, le sue affermazioni:
«Se essere stati grandi campioni serve a diventare grandi manager? Sono due percorsi troppo diversi, non c’è una conseguenza automatica. Se prima Ibra sceglieva il meglio per se’ stesso, lavorando in gruppo deve sapere scendere a qualche compromesso, senza egoismi. ‘Si fa così e basta’ può dirlo solo chi comanda davvero, e cioè il proprietario del club. E in certe decisioni influiscono tanti aspetti, alcuni dei quali per lui saranno nuovi: tenere conto dei bilanci, per esempio»
Da allenatore del Milan, sarebbe contento di trovarsi Ibra in qualità di “Senior Advisor”? «Ibra è certamente una figura ingombrante, positiva da giocatore per il Milan e per lo stesso Pioli, i risultati lo hanno dimostrato chiaramente. Oggi però la realtà cambia e parecchio. Se la domanda è: ‘Con lui Pioli si sentirà meno solo?’ La risposta può essere sì, specie se i confini saranno ben definiti oltre tutta la diplomazia che ha accompagnato il suo ritorno. Allo stesso modo è l’aspetto che più mi preoccupa: una figura che potrà relazionarsi con la squadra non oscura la leadership dell’allenatore nei confronti del gruppo? Dopo l’addio di Maldini e Massara la proprietà ritiene che Pioli sia andato meno bene e che per questo abbia bisogna di un ‘collaboratore’? A un allenatore serve mantenere una credibilità totale verso i suoi interlocutori»
Stavolta il suo consiglio qual è? «Dovrà mantenere la sua personalità e il coraggio di assumersi le responsabilità. In questo non deve cambiare. Ma anche usare l’intelligenza che ha per sapersi adeguare al ruolo. Sapere – spiega Capello – dove e quando intervenire per fare il bene di tutti, aprendosi al confronto»
Ritorno Ibra, Capello dice la sua
Ibra avrà poteri ben più ampi di un semplice motivatore, come successo nell’ultimo periodo: cosa serve per affermarsi nel nuovo ruolo? «Tutto. Ricordo che Berlusconi mi fece frequentare corsi di management, di psicologia e altro ancora: non smetterò mai di ringraziarlo per questo, sono stati tutti momenti importanti di formazione. Zlatan non ha più il pallone tra i piedi, deve imparare a incidere in altro modo e per questo ci vorrà tempo anche per lui, in una sorta di periodo di apprendistato. Ma Ibra stesso dovrà impegnarsi, studiare, capire, imparare cosa dover fare. Tra far parte di uno spogliatoio e non farne parte ma avere comunque voce in capitolo c’è una grande differenza e Ibra, ripeto, dovrà essere intelligente nel gestire il nuovo ruolo»
Avrà anche responsabilità diverse: prima solo sul campo, oggi non più. «Delle responsabilità, per fortuna, non ha mai avuto paura. Certo se parteciperà a scelte tecniche a livello dirigenziale potrà finire anche lui tra gli ‘imputati’ insieme al club. Ma – spiega Capello – per prima cosa occorre chiarire i rapporti con l’allenatore, e soprattutto come Ibrahimovic si inserirà nella relazione tra Pioli e la squadra»