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Leao e Theo Hernandez, le armi del Milan per fermare il Napoli
I rossoneri cercano l’impresa per arrivare in semifinale
Milan-Napoli è il derby italiano che andrà in scena ai quarti di finale. Leao contro Kvaratskhelia, poeti di sinistra; Giroud contro Osimhen, centravanti diversi, accomunati dalla felice frequentazione del cielo; la squadra che porta lo scudetto sul petto (il Milan) e quella che lo porterà (il Napoli); la Panchina d’oro in carica (Pioli) e quella che verrà (Spalletti); le due squadre che hanno giocato il miglior calcio nelle ultime due stagioni, educate a principi di gioco moderni e transnazionali, fondati sulla qualità di palleggio, su perfetti sincronismi collettivi, sul recupero aggressivo, sull’istinto offensivo, sulla ricerca ossessiva del gol anche a risultato ampiamente acquisito.
Nei 30 derby giocati in Champions League, rende noto la Gazzetta dello Sport, tra squadre della stessa nazione, per ben 14 volte, è passata la squadra messa peggio in campionato. L’imprevedibilità costituzionale di tutti i derby del mondo. I napoletani non prendano questi numeri come una gufata. Il Napoli respira bene in Europa come a Mergellina. Nel passaggio dalla Serie A alla Champions non perde i suoi superpoteri, come dimostra il sontuoso risultato complessivo degli 8 match giocati: 25-6. Kvara e Osi si esalteranno. Ma fa bene Spalletti ad aspettarsi un altro mondo e un altro Milan che, forte della sua storia e della sua maglia, bisognoso di dare un senso forte alla propria stagione. offrirà la migliore versione di sé. Come a Londra, contro il Tottenham. Grazie al nuovo modulo e a una ritrovata compattezza, Pioli ha anestetizzato le frecce di Conte. Ci riproverà con quelle di Spalletti.
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