Anche ieri prestazione opaca per il portoghese
Rafael Leao dovrebbe essere il dieci di questo Milan, per dirla tutta il Leao. Ma di fatto è diventato un giocatore come un altro. Non riesce proprio a risultare decisivo e a trascinare la squadra fuori dalla crisi. I fischi di San Siro sono arrivati fino agli Stati Uniti: impossibile non sentirli, specialmente se a contestare sono in 70mila e se allo stadio del Milan non si vivevano serate come quella di ieri da una vita. Dagli Stati Uniti, Gerry Cardinale nei mesi scorsi aveva assistito a un piccolo grande prodigio: sulle macerie del derby, il suo Milan aveva costruito una risalita prepotente, si era arrampicato fino al primo posto e aveva urlato forte la propria candidatura per lo scudetto. Come evidenziato dalla Gazzetta dello Sport, il portoghese è davvero l’ombra di se stesso.
A giugno ha voluto la maglia numero 10 e a luglio, negli Stati Uniti, ha detto di sentirsi leader, di essere pronto a segnare 20 gol e parlare di più in spogliatoio, addirittura di voler diventare papà. Non è un passaggio automatico. Alcuni ragazzi sono adulti a 16 anni, lui no. Però ora di leader ha davvero ben poco.
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