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Derby, i leader a terra: Leao spaesato, Theo inadatto
Il 22 aprile resterà una pagina nera per il Milan: il giorno del sesto derby perso consecutivamente, in cui l’Inter è entrata a San Siro senza bussare e ha organizzato la festa per il ventesimo scudetto. Per questo, resta l’ennesima delusione di un gruppo di giocatori su cui il Milan ha provato a costruire un progetto. Per leadership, un progetto fallito. Come riporta la “Gazzetta dello Sport“, il Milan è da tempo una squadra senza leadership. Questo derby di primavera, però, ha messo il punto esclamativo in fondo alla frase. Olivier Giroud è sempre stato un leader e qui ha scritto la sua penultima pagina milanista, la più triste: il derby, la sua partita, vissuta da comprimario. L’ultimo sarà nel giorno dei saluti. Rafael Leao, leader tecnico, non certo per carisma, è sembrato spaesato da nove. E la parabola colpisce: si è invocata la sua crescita per anni, ora torna metaforicamente al pinto di partenza, al ruolo che aveva allo Sporting. Theo Hernandez ha perso la testa sul finale, confermandosi tutto tranne che un giocatore da partite importanti.
Davide Calabria, il capitano, ha chiuso la partita colpendo al volto l’avversario e connazionale Frattesi. Mike Maignan, il leader più naturale, è stato ancora una volta normale e la sensazione netta è che nei mesi si sia staccato dalla squadra, abbia smesso di trascinare. Il gruppo dei leader, evidentemente, è a un bivio. Alcuni avranno offerte (Theo Hernandez, Leao, Maignan) e possono anche essere importanti: starà a loro e al club decidere se accettare e cambiare città oppure restare. Se sceglieranno Milano, lo spirito dovrà essere differente. Inoltre, ad alcuni giocatori viene richiesto il salto di qualità: da Loftus-Cheek, passando per Reijnders, fino a Bennacer.